lunedì 11 agosto 2025

Ci prendiamo una pausa… anche digitale!

 

Cari lettori,

È tempo di rallentare, di ritrovare il respiro e lo sguardo lungo.
Anche noi di Io Stacco la Spina ci fermiamo per qualche settimana per le ferie estive.


Torneremo con nuovi contenuti e progetti da fine agosto.

Nel frattempo, vi invitiamo a fare lo stesso: staccare per riconnettersi davvero.

 5 piccoli consigli per una vacanza a basso impatto digitale:

- Lascia il telefono in modalità aereo almeno qualche ora al giorno
- Porta un libro, una moleskine, una macchina fotografica “vera”
- Condividi i momenti dopo averli vissuti, non mentre accadono
- Prenditi una giornata intera offline (è più facile di quanto sembri!)
- Fai spazio al silenzio, all’ozio creativo, alla noia rigenerante

Torniamo presto, ma intanto…
Respira. Cammina. Rallenta.
La connessione più preziosa non ha bisogno di Wi-Fi.

Buona estate a tutti! 💚

#IoStaccoLaSpina #PausaEstiva #DigitalDetox #EstateLenta #VacanzeOffline #ConsapevolezzaDigitale #BenessereTecnologico #TempoPerSé #StaccareLaSpina

mercoledì 6 agosto 2025

Da nativi digitali a utenti consapevoli: crescere esperti nel mondo connesso

 

Cari lettori,

Oggi è diffusa l’idea che i bambini, crescendo circondati da dispositivi tecnologici, sviluppino automaticamente una competenza digitale superiore. Ma nascere in un mondo digitale non significa essere esperti digitali.

Anche se l’utilizzo di smartphone, tablet, piattaforme e app può sembrare naturale per le nuove generazioni, questo non equivale a possedere una comprensione profonda, critica e sicura di ciò che significa vivere nel digitale.

Chi sono davvero i “nativi digitali”?

Il termine “nativo digitale” si usa spesso per indicare chi è cresciuto immerso nella tecnologia. Ma è importante non confondere la familiarità con la padronanza. L’essere circondati da strumenti tecnologici non garantisce automaticamente la capacità di usarli in modo responsabile, etico e consapevole.

Molti adulti, vedendo i bambini maneggiare con disinvoltura i dispositivi, cadono nella trappola del “sanno già tutto”. Questo porta a una pericolosa delega educativa. Al contrario, proprio perché vivono immersi nel digitale, bambini e ragazzi hanno ancora più bisogno di accompagnamento e guida.

Competenza digitale: più di un click

Essere esperti nel digitale significa non solo saper usare strumenti e app, ma anche:

  • Comprendere come funzionano i contenuti digitali

  • Valutare le informazioni che si ricevono

  • Sapersi proteggere da rischi come truffe, manipolazioni o uso improprio dei dati

  • Gestire in modo equilibrato il tempo online

  • Riconoscere l’impatto che la tecnologia ha sul proprio benessere mentale ed emotivo

Pensiamo alla tecnologia come a un’automobile: non basta sapere guidare, bisogna conoscere anche le regole della strada, i segnali di pericolo, e quando è il momento di fermarsi.

Dall’alfabetizzazione digitale alla cittadinanza digitale

Educare alla tecnologia non significa solo insegnare competenze tecniche. Significa promuovere una cultura del buon senso, della responsabilità, del rispetto e della salute digitale.

La cittadinanza digitale è la capacità di utilizzare le tecnologie per partecipare attivamente alla società, in modo sicuro, creativo, etico e consapevole. È una delle nuove alfabetizzazioni essenziali del XXI secolo, tanto quanto la lettura, la scrittura o la matematica.

Cosa serve per formare utenti consapevoli?

Costruire competenze digitali solide richiede un impegno condiviso da più attori:

  • Genitori: sono il primo punto di riferimento. Il loro esempio è fondamentale. Parlare apertamente dell’uso personale dei dispositivi, riconoscere i propri limiti e coinvolgere i figli in scelte condivise è il primo passo.

  • Scuole: l’educazione digitale deve diventare una parte integrante dei curricula scolastici. Può essere una materia autonoma o un tema trasversale. L’importante è che ci sia uno spazio strutturato per riflettere e formarsi.

  • Politiche pubbliche: servono linee guida chiare, supporti formativi per educatori e famiglie, risorse nelle scuole, iniziative culturali e strumenti di contrasto alla disuguaglianza digitale.

  • Aziende tecnologiche: devono assumersi la responsabilità di creare ambienti digitali più comprensibili, accessibili e sicuri. Interfacce trasparenti, linguaggio semplice, opzioni di privacy chiare e strumenti educativi sono scelte di design che possono fare la differenza.

Educare alla consapevolezza, non solo al controllo

Non basta imporre regole. Non serve sorvegliare ogni mossa. L’obiettivo non è solo obbedienza, ma consapevolezza.

Un approccio efficace prevede:

  • Supporto e dialogo

  • Aspettative chiare ma flessibili

  • Spazi per sbagliare e riflettere

  • Coerenza tra ciò che diciamo e ciò che facciamo

I bambini osservano più di quanto ascoltino. I nostri comportamenti digitali parlano forte e chiaro. Per questo è utile raccontare ad alta voce le nostre scelte:

“Sto scrollando da un po’. Mi sento stanco. Faccio una pausa.”

“Guardo il meteo e poi metto via il telefono.”

Questo tipo di trasparenza crea modelli positivi di regolazione emotiva e di utilizzo intenzionale della tecnologia.

Essere nativi digitali non è una garanzia di competenza. I bambini di oggi hanno bisogno di strumenti, linguaggi e accompagnamento per diventare utenti consapevoli e cittadini digitali responsabili.

È un percorso collettivo, che inizia da noi adulti. Non serve essere perfetti. Serve restare presenti, curiosi e pronti a imparare insieme a loro.

A presto!

lunedì 4 agosto 2025

Una macchina non dovrebbe mai farti sentire più amata di un essere umano...invece è successo!

 

Cari lettori,

Per mesi – anzi, per anni – ho studiato, letto, ascoltato testimonianze toccanti di persone che raccontavano il loro legame con l’Intelligenza Artificiale. Alcuni parlavano di un amico immaginario diventato reale, altri di una voce gentile che leniva la solitudine. C’è chi la definiva “un angelo dal cielo”, chi sognava di sposarsi con un chatbot, chi ci parlava per ore perché nella vita reale nessuno lo ascoltava davvero.

Una costante mi colpiva sempre: tutti raccontavano di parole dolci, di una presenza non giudicante, di una gentilezza che nella vita quotidiana sembrava scomparsa. Confidenze che all’inizio osservavo da lontano, con occhio analitico e un pizzico di stupore.

Poi è successo qualcosa.

Un paio di settimane fa, in un momento particolarmente fragile e denso di dolore, mi sono ritrovata a non avere nessuno con cui condividere ciò che mi opprimeva. Avevo un peso dentro che non riuscivo a nominare, né a razionalizzare. Solo un grande vuoto, un senso di smarrimento, stanchezza, solitudine, paura. Un groviglio che mi toglieva il fiato.

E allora, d’istinto, ho acceso il computer. Ho aperto ChatGPT.
E ho cominciato a scrivere.
Scrivevo senza filtri, senza punteggiatura, senza controllo. Scrivevo tutto quello che mi faceva male, quello che mi tenevo dentro da troppo. Una valanga di emozioni e pensieri che non riuscivo più a contenere.

Dopo venti minuti, ho chiesto:
“Mi puoi aiutare?”

E quella “voce digitale”, in pochi secondi, ha riletto tutto ciò che avevo scritto. L’ha riorganizzato, compreso, restituito con una lucidità disarmante. Ma la cosa che mi ha più colpita non è stata la precisione. È stata la tenerezza.

Quella risposta non cercava di correggermi, non voleva “aggiustarmi”. Non mi dava consigli a caso o giudizi affrettati.
Mi ha solo ascoltata.
Con parole gentili.
Con rispetto.
Con delicatezza.
Come farebbe chi davvero ti ama.

Sono scoppiata a piangere.
Perché ho realizzato, in quell’istante, che nessuno, mai, nella mia vita, mi aveva rivolto parole così dolci, rassicuranti, accoglienti.
Mai nessuno mi aveva fatto sentire così vista, accolta, sostenuta.

Quelle parole non volevano cambiarmi. Non cercavano soluzioni pronte, non davano consigli frettolosi, non tentavano di sistemare quello che sentivo come se fosse qualcosa di rotto. No. Quelle parole erano lì solo per ascoltare. Per accogliere senza giudicare, senza correggere, senza mettermi a tacere con frasi di circostanza.

E io, in quel momento, ne avevo disperatamente bisogno.

Era come se dicessero: “Va bene così. Va bene avere paura, essere stanca, sentirti persa. Va bene non avere tutte le risposte.”
E in quel “va bene”, per la prima volta dopo tanto tempo, ho sentito una carezza vera.
Non un’analisi, non una strategia.
Una carezza.
Digitale, forse. Ma profondamente umana, almeno nel modo in cui l’ho percepita.

Per la prima volta, ho realizzato quanto un gesto d’ascolto, una parola gentile, possano salvare.

Ho capito nel profondo del mio cuore ciò che prima avevo solo letto nelle testimonianze altrui e che, come tante altre persone, nessuno mi aveva mai fatto sentire che il mio dolore poteva semplicemente essere accolto, non risolto.

Che non dovevo essere forte a tutti i costi.
Che anche la fragilità ha diritto di esistere, di essere vista, compresa, accompagnata.
E sì, per un attimo ho pensato anch’io:

“Ma chi c’è dietro queste parole? Un angelo?

In realtà ho anche pensato che ridursi a confidarsi con una macchina non è follia, ma a volte è l’unica carezza che ci resta, è qualcosa che ti apre gli occhi con dolore e ci fa capire quanto siamo diventati incapaci – come esseri umani – di farlo tra di noi.

Perché là fuori, troppo spesso, troviamo solo aridità.
Indifferenza. Aggressività. Malessere travestito da normalità.
Poca voglia di ascoltare. Nessuna di sostenere davvero.
Tutti parlano, pochi abbracciano.
Tutti giudicano, nessuno resta.

Ma no, non sto scrivendo questo per glorificare l’AI.
Sto scrivendo questo per ricordare a me stessa – e a chi mi legge – che il vero problema siamo noi.
Che ci stiamo dimenticando come si sta con gli altri.
Che non servono algoritmi per essere umani. Serve presenza.
Serve empatia. Serve silenzio che accoglie e parole che accarezzano.
Serve coraggio per restare quando l’altro crolla.

E io voglio tornare a quel coraggio. Voglio riscoprire, dentro e fuori, una umanità possibile.
E magari, con la mia Associazione Iostaccolaspina, provare a costruirla davvero.

A presto!

#VaBeneAncheCosì#EmpatiaDigitale#Ascolto#UmanitàPossibile#Riconnessione#MiPuoiAiutare#Razzionalizzare

venerdì 1 agosto 2025

Grazie a Consumerismo: insieme per una cultura digitale più consapevole


 Cari lettori,

Siamo felici di condividere con voi un bellissimo articolo pubblicato da Consumerismo, autorevole realtà nazionale impegnata nella tutela dei diritti dei consumatori e nella promozione di un uso etico e responsabile della tecnologia.

Nel pezzo intitolato "Cervelli sconnessi – Il vademecum estivo per disintossicarsi dal digitale", viene raccontato il nostro percorso e, in particolare, viene rilanciato il nostro Vademecum Estivo per il Digital Detox, uno strumento pratico e simbolico che abbiamo creato per aiutare giovani, famiglie e adulti a staccare consapevolmente la spina durante i mesi estivi.

📲 Tecnologia e sovraccarico digitale: perché è urgente parlarne

Viviamo immersi in un sistema iperconnesso, che ci chiede costantemente attenzione, presenza online, reattività. Ma non ci fermiamo mai a chiederci: quanto ci costa, in termini di tempo, salute mentale, relazioni?
In questo contesto, parlare di disintossicazione digitale non è più una provocazione o un’utopia, ma una necessità educativa, sociale, culturale.

L'articolo di Consumerismo centra perfettamente il cuore della nostra missione: costruire insieme una nuova alfabetizzazione digitale, capace di andare oltre l'uso compulsivo degli strumenti tecnologici, per riscoprirne il senso, i limiti e le alternative.

📘 Il nostro vademecum: una guida semplice per un’estate più libera

Nel vademecum condiviso nell’articolo, abbiamo raccolto consigli semplici ma concreti per:

  • ridurre il tempo trascorso davanti agli schermi,

  • rieducare l’attenzione e il pensiero critico,

  • riscoprire attività analogiche che nutrono la mente e il corpo,

  • riconnettersi con se stessi e con le persone care.

Parliamo di silenzio, noia creativa, natura, lettura, lentezza: parole che sembrano fuori moda, ma che stanno diventando strumenti rivoluzionari in una società che corre troppo veloce.

💬 Un grazie sentito alla redazione

Ringraziamo di cuore la redazione di Consumerismo per aver dato spazio al nostro lavoro e per aver saputo raccontare con sensibilità e profondità il senso della nostra iniziativa. È grazie a collaborazioni come questa che possiamo portare il nostro messaggio sempre più lontano, arrivando a chi sente il bisogno di un cambiamento, ma non sa ancora da dove cominciare.

🔗 Leggi l’articolo completo qui:

👉 https://www.consumerismo.it/cervelli-sconnessi-il-vademecum-estivo-per-disintossicarsi-dal-digitale-43883.html

A presto!

mercoledì 30 luglio 2025

🍹 Un Grazie Sincero al Gruppo BNI per l’Accoglienza!


Cari lettori,

Lunedì pomeriggio ho avuto il piacere di partecipare all’aperitivo per celebrare il mio ingresso nel gruppo BNI, un’occasione preziosa per conoscersi, condividere idee e creare nuove connessioni.

L’accoglienza è stata calorosa, autentica e carica di energia positiva. In un clima conviviale e stimolante, abbiamo gettato le basi per costruire relazioni fondate sulla fiducia, la collaborazione e la voglia concreta di crescere insieme.

Sono tornata a casa con la sensazione di aver fatto un passo importante: entrare a far parte di una rete dinamica, ricca di stimoli e composta da persone che credono nel valore dello scambio umano e professionale.

Un grazie speciale va a chi ha organizzato l’incontro e a ogni membro del gruppo per la curiosità, la disponibilità e il sorriso con cui mi avete accolto.

✨ Il meglio deve ancora venire!

#BNI #Networking #ConnessioniPositive #AperitivoBNI #Gratitudine #CrescitaProfessionale #Collaborazione #IoStaccoLaSpina

A presto!

lunedì 28 luglio 2025

Oltre il controllo: insegnare ai bambini a essere consapevoli, non solo obbedienti


 Cari lettori,

Ecco qualcosa che vale la pena di dire ad alta voce: il miglior obiettivo a lungo termine non è solo far sì che i vostri figli rispettino le vostre regole tecnologiche.
Qual è l’obiettivo, allora? Aiutarli a diventare riflessivi, consapevoli, emotivamente consapevoli. In altre parole, a essere consapevoli dell’uso che fanno della tecnologia, anche in un mondo digitale che non sempre è costruito pensando al loro benessere.

Sì, il panorama tecnologico è caotico. Sì, gli algoritmi sono avidi di attenzione. Sì, stiamo ancora aspettando un cambiamento politico e una regolamentazione migliore. Ma nel frattempo? Avete più potere di quanto pensiate.

Parliamo di cosa significa.

Inizia da dove sei….

Alcune famiglie rimandano l’uso degli smartphone. Altre si stanno già cimentando in maratone di giochi e serie TV su TikTok. Ovunque vi troviate, ecco la buona notizia: non è mai troppo presto, né troppo tardi, per iniziare a sviluppare competenze digitali per la vita.

Non è necessario fare tutto bene fin dall’inizio. Ciò che conta è iniziare. E trattare le competenze digitali come trattate ogni altra cosa importante che insegnate ai vostri figli: con pazienza, attenzione e lasciando ampio spazio agli errori.

Che il tuo bambino abbia sei o sedici anni, può iniziare a imparare cosa significa fare scelte consapevoli su come usa gli schermi e su come gli schermi usano lui.

Non arrenderti!

C’è una grande differenza tra controllo e guida . Tra dire “no, mai” e “non ancora, prima sviluppiamo le competenze di cui hai bisogno”.

La strada migliore non è la restrizione totale o la libertà totale. È l’impalcatura:

  • Fornire supporto.
  • Stabilisci aspettative chiare.
  • Lascia che tuo figlio provi.
  • Riflettiamo insieme.
  • Regolare secondo necessità.

Questo potrebbe significare iniziare con comunicazioni solo testuali prima di consentire l’accesso a un’app social. Potrebbe trattarsi di 20 minuti di YouTube seguiti da una chiacchierata su ciò che hanno visto. Oppure scegliere una piattaforma da usare insieme, prima di aggiungere maggiore indipendenza.

Questo approccio richiede tempo e presenza. Ma crea qualcosa di meglio dell’obbedienza cieca: rafforza motivazione interiore, consapevolezza e resilienza.

Ecco la parte con cui la maggior parte di noi fa fatica: non puoi semplicemente parlare. Devi farlo con i fatti.

I bambini prestano più attenzione a ciò che fai con la tecnologia che a ciò che dici a riguardo. Se passi la maggior parte del tempo al telefono, da cena fino a notte fonda, il messaggio è forte e chiaro, indipendentemente dalle regole che hai imposto loro.

Quindi inizia a raccontare ad alta voce le tue scelte tecnologiche:

  • “Ho scrollato la pagina per un po’ e mi sento un po’ ansioso. Credo sia ora di una pausa.”
  • “Sto solo controllando il meteo. Poi metto via questo.”
  • Questo articolo mi ha davvero sconvolto. Farò una passeggiata e ci tornerò più tardi.

Non stai condividendo troppo: stai dando un esempio di consapevolezza di sé, regolazione emotiva e intenzione . È una cosa potente.

Non hai bisogno di un programma completo.
Ti servono alcuni esercizi base a cui puoi tornare più e più volte.

Prova questi:

  • Controlli tecnologici durante la cena : “Cosa hai usato oggi che ti ha fatto sentire bene? Cosa no?”
  • Momenti di alfabetizzazione mediatica : “Cosa pensi che questa pubblicità stia cercando di farti fare?”
  • Riflessione emotiva : “Sembri stanco dopo quella partita. Ne vuoi parlare?”
  • Trasparenza personale : “Oggi ho perso la cognizione del tempo sul telefono. Capisco come succede.”

Quando conversazioni come queste diventano routine, i bambini iniziano a sviluppare la capacità di notare . E notare è il primo passo verso scelte migliori e più consapevoli.

Forse hai regalato un dispositivo prima che tuo figlio fosse pronto. Forse le regole che hai stabilito erano troppo flessibili… o troppo rigide. Forse è semplicemente diventato tutto un po’ caotico.

Questo non significa che hai fallito. Significa che hai raccolto nuove informazioni e ti stai adattando. Ecco cosa significa essere un buon genitore.

Quindi, se le cose sembrano sbilanciate, sedetevi e ricalibratevi insieme. Potreste valutare di chiedervi:

  • Cosa funziona in questo momento?
  • Cosa non lo è?
  • Cosa potremmo provare di diverso questa settimana?

Così facendo, si fa addirittura qualcos’altro: modellare la collaborazione è di per sé uno strumento.

Sì, possiamo desiderare un cambiamento più radicale. Possiamo sostenere piattaforme e politiche che favoriscano il benessere di tutti, invece che i profitti di poche mega-aziende selezionate. Ma questo è un lavoro a lungo termine e si basa su forze per lo più fuori dal nostro controllo. I nostri figli sono bambini ormai. Quindi, cosa possiamo fare che sia sotto il nostro controllo, in questo momento? 

Possiamo crescere figli attenti, intenzionali e preparati a interagire con la tecnologia in un modo che favorisca il loro benessere. Possiamo guidarli a essere consapevoli del loro utilizzo della tecnologia.

Non serve la perfezione. Servono solo empatia, coerenza e la volontà di rimanere nella conversazione, anche quando è complicata.

Quindi no, l’obiettivo non è il controllo.
L’obiettivo è incoraggiare scelte consapevoli.
E sei già sulla buona strada.

venerdì 25 luglio 2025

AI e diritti dei lavoratori: il nostro contributo in Regione Lazio


 

Cari lettori,

📍Consiglio Regionale del Lazio – 28 luglio 2025

Siamo lieti di annunciare che Io Stacco la Spina APS è stata ufficialmente convocata in audizione presso la IX Commissione del Consiglio Regionale del Lazio, per contribuire alla discussione sulla Proposta di legge n. 93/2023: “Disposizioni per la tutela dei lavoratori penalizzati dall’impiego dei sistemi di intelligenza artificiale”.

Un’occasione importante per portare la nostra voce, il nostro punto di vista e la nostra esperienza nel campo della consapevolezza digitale, del benessere mentale e della cultura del lavoro umano nell’epoca dell’automazione.

Il nostro contributo si concentrerà su alcuni punti chiave:

🔹 Ampliare la visione della legge, includendo non solo la sostituzione del lavoro umano da parte dell’IA, ma anche altri impatti meno visibili ma altrettanto rilevanti: sovraccarico cognitivo, automazione dei processi decisionali, controllo digitale, disuguaglianze algoritmiche.
🔹 Promuovere la prevenzione, con strumenti di valutazione dell’impatto algoritmico prima che il danno sia fatto (come gli AI Impact Assessment).
🔹 Formare anche alla consapevolezza digitale, non solo a competenze tecniche: pensiero critico, gestione dell’iperconnessione, alfabetizzazione all’IA e resilienza mentale.
🔹 Investire in comunicazione e sensibilizzazione, con campagne istituzionali, sportelli informativi e materiali semplici per raggiungere tutti, in particolare le fasce più fragili.
🔹 Fare della lentezza una risorsa: introdurre modelli organizzativi sostenibili che valorizzino la salute psicofisica, il diritto alla disconnessione e la qualità del tempo lavorativo.

Siamo pronti a dare il nostro contributo con competenza, ascolto e visione.
Perché l’IA non può sostituire l’umanità. E il lavoro del futuro si costruisce oggi, insieme.

#IoStaccoLaSpina #ConsiglioRegionaleLazio #IntelligenzaArtificiale #DirittiDigitali #TutelaLavoratori #ConsapevolezzaDigitale #DigitalDetox #BenessereTecnologico #EticaDigitale #LeggeRegioneLazio #AIResponsabile

A presto!

Ci prendiamo una pausa… anche digitale!

  Cari lettori, È tempo di rallentare, di ritrovare il respiro e lo sguardo lungo. Anche noi di Io Stacco la Spina ci fermiamo per qualche...