Cari lettori,
Viviamo nell’epoca dell’estrazione dell’attenzione: ogni notifica, ogni video a scorrimento infinito, ogni like, è studiato per catturare il nostro sguardo e tenerci incollati agli schermi il più a lungo possibile.
Ma qual è il prezzo che stiamo pagando?
Proprio come un tempo abbiamo dovuto fronteggiare le industrie del tabacco e del fast food, oggi siamo chiamati a difendere la nostra attenzione. E a riscoprirla come una risorsa vitale da proteggere.
Cosa possiamo fare concretamente?
1. Ampliare l’educazione sull’attenzione e creare "riserve attentive"
È fondamentale insegnare, fin da piccoli, cosa significa davvero prestare attenzione, perché è importante e come proteggerla. Non solo parlando di tecnologia, ma anche promuovendo esperienze reali: arte, sport, natura, musica.
2. Contenere le tecniche invasive di estrazione dell’attenzione
Serve una regolamentazione che limiti pratiche come: notifiche invasive, scrolling infinito, gamification decontestualizzata, algoritmi che manipolano i contenuti per tenerci agganciati.
3. Ridiscutere gli incentivi economici
Oggi il "successo" di una piattaforma è misurato in minuti di schermo. Dobbiamo cambiare paradigma: un bambino dovrebbe "valere di più" se vive una vita ricca e piena di esperienze reali, non se passa ore online.
Come possiamo avviare questo cambiamento?
Il cuore del cambiamento sarà la cultura, ancor prima della politica.
Come è successo per il fumo, per la sicurezza stradale: la cultura cambia, e cambia il mondo.
Attraverso informazione, eventi nelle scuole, produzioni artistiche e creazione di movimenti di opinione, possiamo costruire una nuova coscienza sull'uso sano della tecnologia.
L'attenzione è il primo passo per costruire una vita piena.
Proteggerla non è più un'opzione: è una necessità.
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A presto!
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