“Ma qualcuno ci ha mai chiesto cosa pensiamo noi del web, o ci dite solo cosa dobbiamo fare?”
“Perché tutti parlano di noi… ma quasi mai con noi?”
Sono domande semplici, quasi disarmanti. Eppure, contengono dentro di sé tutta la distanza che ancora esiste tra il mondo degli adulti e quello dei ragazzi. Non è solo un divario generazionale. È una frattura più sottile e profonda: quella dell’ascolto.
Viviamo in un tempo che parla dei giovani con parole cariche di preoccupazione, giudizio, diagnosi. Ragazzi sempre connessi. Sempre distratti. Sempre online. Ma chi ha davvero avuto il coraggio di fermarsi e dire: “Parlami tu. Dimmi cosa senti quando sei lì, solo, con uno schermo tra le mani e il mondo fuori che scorre”?
I ragazzi non sono solo utenti del digitale. Sono anime in formazione, che nel web cercano appartenenza, risposte, conferme.
Per loro la rete non è solo uno strumento. È un luogo. Un paesaggio emotivo e sociale. Un frammento di realtà dove si cresce, si sbaglia, si sogna e, talvolta, ci si smarrisce. È un mondo dove la solitudine a volte si maschera da compagnia, e dove una notifica può valere più di uno sguardo.

E allora oggi, vogliamo fermarci.
E vogliamo ascoltare.
Perché ogni click, ogni scroll, ogni like ha dentro di sé un frammento di desiderio.
Desiderio di essere visti. Capiti. Abbracciati. Non solo virtualmente, ma davvero. Con il cuore. Con il tempo. Con una presenza che non si può sostituire con un messaggio vocale.
E hanno ragione. Perché per chi è nato dentro lo schermo, staccare significa, a volte, rischiare di sentirsi tagliato fuori. Invisibile. Isolato.
E allora, restano. Restano anche quando fa male. Anche quando si sentono sbagliati, inadeguati, stanchi. Ma connessi.
Ecco, questo è il cuore. Il punto di partenza. Non un processo. Ma un patto. Non un’accusa, ma una mano tesa.
Perché se il mondo adulto ha il compito di educare, ha anche il dovere di ascoltare. E se vogliamo insegnare ai ragazzi come si vive bene anche online, dobbiamo prima imparare a vivere con loro. A camminare accanto. A metterci, per una volta, nei loro panni.
Allora forse la domanda vera non è “Come ti disconnetti?”, ma: “Cosa ti manca per non dover restare sempre connesso?”.
Forse il problema non è lo smartphone, ma il bisogno che colma. La fragilità che nasconde. L’assenza di alternative che può rivelare.

Ecco perché nasce il Convegno di #iostaccolaspina: “Dialogo Digitale con i Ragazzi: Spiegateci Voi il Vostro Mondo Online”, che si svolgerà l’8 Maggio presso il Ministero dell’Istruzione e Merito.
Perché vogliamo cambiare rotta. Vogliamo farli parlare. Farli raccontare. Lasciare che siano loro, finalmente, a spiegare a noi il loro mondo. Non per ribaltare i ruoli, ma per cominciare a condividerli.
Il web può essere anche una terra buona.
Ma solo se la abitiamo insieme. Con rispetto, con fiducia, con verità.
I ragazzi non chiedono di essere lasciati soli.
Chiedono di essere accompagnati.
Connessi, sì… ma anche liberi.
Noi di #Iostaccolaspina sosteniamo l’ascolto autentico delle nuove generazioni. Perché il futuro digitale non si costruisce solo con le regole, ma con relazioni vere.
Articolo a cura di Letizia Basile
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