venerdì 26 dicembre 2025

Donazioni immobiliari: quando un bene diventa valore per la comunità!


Cari lettori,

IoStaccoLaSpina APS, ente del Terzo Settore impegnato nella promozione della consapevolezza digitale, del benessere psicosociale e della tutela delle persone nell’era connessa, è disponibile a valutare proposte di cessione di beni immobili da parte di soggetti privati ed enti, da destinare allo sviluppo delle proprie attività istituzionali.

Le donazioni immobiliari rappresentano un contributo di alto valore sociale: non sono solo un atto di generosità, ma un investimento concreto nel benessere collettivo e nel futuro delle comunità.

  • attività educative e formative;

  • progetti di prevenzione del disagio digitale;

  • iniziative rivolte a minori, famiglie, scuole e comunità;

  • sedi operative, spazi di ascolto, centri di ricerca e divulgazione.

Come presentare una proposta

I soggetti interessati – persone fisiche o giuridiche – possono sottoporre una proposta di donazione che sarà valutata dagli organi competenti dell’Associazione nel pieno rispetto della normativa vigente e dello Statuto.

La proposta riguarda beni immobili (abitazioni, appartamenti, rustici, terreni o altre tipologie) e deve includere le informazioni catastali, il valore dichiarato e le necessarie dichiarazioni di legittimità, trasparenza e assenza di vincoli incompatibili con le finalità associative.

Valutazione e trasparenza

Ogni donazione viene esaminata sotto il profilo giuridico, patrimoniale e funzionale, ed è accettata solo se coerente con la missione di IoStaccoLaSpina APS e sostenibile nel tempo.
L’Associazione si riserva, a propria insindacabile valutazione, la facoltà di accettare o rifiutare la donazione, senza alcun onere a proprio carico.

Un gesto che genera valore

Donare un bene immobile significa contribuire in modo concreto alla costruzione di spazi sicuri, inclusivi e dedicati alla crescita delle persone, dove il digitale possa essere vissuto in modo consapevole, umano e responsabile.

📩 Contatti
Per informazioni o per avviare una proposta di donazione immobiliare:


📧 Email: letizia.basile@iostaccolaspina.com
📨 PEC:
iostaccolaspina@ultracert.it

 

mercoledì 24 dicembre 2025

Auguri di Buon Natale


Cari lettori,

Il Natale è un momento speciale: una pausa preziosa per rallentare, ritrovarsi e ricordare ciò che conta davvero.
In un mondo che corre veloce, questo periodo ci invita a spegnere le notifiche, accendere le emozioni e riempire il tempo di relazioni autentiche.

Da parte di tutta IoStaccoLaSpina APS, auguriamo a voi e alle vostre famiglie un Natale sereno, caldo e consapevole.
Che sia un’occasione per dedicare tempo a chi amate, per ascoltarvi, per ricaricarvi e per vivere ogni istante con presenza e leggerezza.

Grazie a chi, ogni giorno, cammina al nostro fianco per costruire un digitale più umano, sicuro e rispettoso.
Buon Natale di cuore! 🎄✨

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lunedì 22 dicembre 2025

Ci prendiamo una piccola pausa


Cari lettori

Il ritmo di questi mesi è stato intenso e ricco di progetti, incontri ed emozioni.
Per questo abbiamo scelto di prenderci una piccola pausa: il tempo necessario per ricaricare le energie, fare spazio alla creatività e tornare con idee ancora più forti e iniziative dedicate al benessere digitale di famiglie, ragazzi e scuole.

IoStaccoLaSpina APS non si ferma, ma sceglie di rallentare consapevolmente.
Siamo certi che ogni pausa, se vissuta bene, diventa un seme di crescita.

Ci rivediamo presto, più presenti e più ispirati. 

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venerdì 19 dicembre 2025

È ufficiale: nasce la rubrica “IoStaccoLaSpina” su Stampa Italiana


 

Cari lettori,

Con grande entusiasmo annunciamo l’inizio di una nuova collaborazione con Stampa Italiana, che da oggi ospiterà una rubrica completamente dedicata alla consapevolezza digitale, al benessere e al rapporto sano tra persone e tecnologia che cureremo personalmente.

La rubrica si chiama “IoStaccoLaSpina”, proprio come il nostro progetto, e rappresenta un passo importante: portare questi temi, spesso trattati in modo frettoloso, all’interno di uno spazio giornalistico che crede nel valore dell’informazione approfondita e responsabile.

Ogni settimana pubblicheremo un articolo che affronterà un aspetto diverso dell’ecosistema digitale:

  • le basi del digital detox

  • le dinamiche familiari legate agli schermi

  • gli effetti dei device su memoria e attenzione

  • i meccanismi di dipendenza progettati dalle piattaforme

  • gli strumenti per vivere la tecnologia in modo equilibrato

  • il ruolo della comunità, dei diritti e dell’educazione digitale

  • intelligenza artificiale rischi e opportunità

Il nostro obiettivo è semplice: creare consapevolezza.


Fornire strumenti concreti.
Restituire spazio a ciò che la tecnologia non dovrebbe toglierci: la presenza, la calma, la qualità delle relazioni.

Grazie a chi ci segue e ci sostiene da sempre.
Questa rubrica è anche merito vostro.


👉 Continuate a seguirci: il viaggio è appena iniziato.

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mercoledì 17 dicembre 2025

Nasce il Chief Disconnecting Officer Italia: una nuova visione per il futuro digitale


Cari lettori,

sono felice di condividere un nuovo passo importante nel percorso che sto costruendo insieme a Danilo Trippetta, autore con cui condivido l’urgenza di riportare al centro dell’agenda pubblica il tema della sostenibilità digitale e della tutela del nostro tempo cognitivo.

Dopo un lungo lavoro di confronto e ricerca, è finalmente disponibile il suo nuovo ebook:
📘 Il Guardiano del Tempo Digitale – La figura del Chief Disconnecting Officer.

Ho avuto l’onore di scriverne la prefazione perché riconosco il valore e la necessità di questa nuova figura professionale, che nasce per portare equilibrio in un mondo in cui le notifiche non dormono mai, e in cui la tecnologia spesso supera i nostri stessi ritmi umani.

Come scrivo nell’ebook, “non possiamo più affidarci alla sola responsabilità individuale per proteggerci dall’iperconnessione”. Abbiamo bisogno di nuovi strumenti culturali, organizzativi e professionali.

Ed è in questo quadro che condivido con voi il mio nuovo impegno:
a partire da oggi, collaborerò allo sviluppo e alla diffusione del ruolo del Chief Disconnecting Officer in Italia, contribuendo alla sua definizione, applicazione e integrazione all’interno di scuole, aziende, istituzioni, enti e comunità professionali.

Si tratta di un lavoro che affianca e arricchisce il percorso di IoStaccoLaSpina APS, offrendo una cornice più ampia alla missione che porto avanti da anni: promuovere un uso della tecnologia più umano, consapevole e rispettoso dei nostri ritmi cognitivi.

Il mio contributo sarà focalizzato su:

  • supportare istituzioni che vogliono affrontare l’iperconnessione come tema di salute pubblica;

  • collaborare con scuole che cercano un equilibrio digitale per studenti e docenti;

  • aiutare aziende a costruire modelli di lavoro più sostenibili;

  • dialogare con enti, università e comunità professionali per integrare questa figura nei loro ecosistemi;

  • sostenere persone e organizzazioni che vogliono recuperare spazio mentale, benessere e presenza.

Il progetto che abbiamo avviato non è solo editoriale: è una visione, un cambiamento culturale, un invito a ripensare il rapporto tra esseri umani e tecnologia.

Con Danilo Trippetta stiamo lavorando affinché il CDO diventi una figura:

  • riconosciuta,

  • replicabile,

  • strutturata,

  • e utile alla collettività.

Perché l’iperconnessione non è un destino: è un sistema.
E come ogni sistema, può essere ripensato.

Se volete approfondire, collaborare o portare il CDO nella vostra organizzazione, potete scrivermi a:
📩 letizia.basile@iostaccolaspina.com

Siamo davanti a un passaggio storico: stiamo costruendo le basi per una nuova cultura del digitale, più umana, più consapevole, più libera.
E sono profondamente grata di poterlo fare insieme a voi.

A presto!

lunedì 15 dicembre 2025

Quando i bambini smettono di guardare il cielo: l’infanzia perduta nell’era digitale!


 
Cari lettori,

c’è una convinzione diffusa e rassicurante nella nostra società: che televisione, internet, videogiochi e smartphone siano innocui compagni dell’infanzia. Che i bambini possano essere “staccati” a piacimento dagli adulti, senza conseguenze. Che giocare online o passare ore davanti a un video sia solo una fase, un passatempo come un altro.
La realtà, però, racconta una storia molto diversa.

Oggi una parte crescente dei bambini vive una relazione dipendente con gli schermi già a partire dai primi anni di vita. Si stima che perfino tra i più piccoli — quelli che frequentano la scuola primaria, e talvolta anche prima — alcuni sviluppino comportamenti che somigliano a vere e proprie dipendenze. Dietro questo fenomeno non c’è superficialità o cattiva volontà: c’è un problema profondo, pervasivo, che riguarda la nostra intera epoca. È la tendenza — ormai quasi istintiva — a preferire un dispositivo a un essere umano.

Man mano che i bambini si connettono sempre di più alla tecnologia, si disconnettono dall’umanità. È un processo silenzioso, impercettibile nell’immediato, ma devastante nel tempo. I bambini passano ore in mondi virtuali chiusi e solitari, allontanandosi non solo dalla famiglia, dagli amici o dai compagni, ma persino dai loro animali domestici. Mentre in giardino un cane aspetta qualcuno che non arriva, nei mondi digitali si allevano creature virtuali che non esistono.

Le strade un tempo piene di voci e giochi sono oggi spesso vuote. I parchi, che erano il cuore pulsante dell’infanzia, sono diventati scenari silenziosi. I bambini si ritirano in luoghi dove non serve immaginare, correre, creare: basta cliccare. E quel ritiro non riguarda soltanto le relazioni o il corpo, ma tocca qualcosa di ancora più profondo.

La disconnessione più grave è quella dal loro senso spirituale e da se stessi.
Quella scintilla negli occhi quando imparavano ad andare in bicicletta, la gioia delle risate mentre costruivano città di terra e foglie, l’incanto di un pomeriggio passato a osservare il mondo… lentamente si sta affievolendo. È come se la magia primordiale dell’infanzia venisse risucchiata da uno schermo che offre tutto, ma senza verità, senza esperienza viva, senza radici.

Non è colpa dei bambini, né interamente dei genitori.
È che mai, nella storia dell’umanità, un cambiamento così radicale ha investito famiglie, scuole, comunità con una rapidità tanto feroce. Non c’è stato tempo di adattarsi, di comprenderne la portata. Le strutture domestiche, educative e sociali stanno cambiando più velocemente di quanto gli adulti riescano a rispondere. L’intrusione della tecnologia nelle case e nelle vite dei bambini è arrivata come un’onda improvvisa, lasciando pochissimo margine per prepararci.

Oggi la domanda non è più “Quanto tempo dovrebbero passare gli schermi?”, ma “Che tipo di futuro stiamo costruendo per loro?”
E c’è un dato che fa tremare: i bambini del nuovo millennio potrebbero essere la prima generazione a non vivere più a lungo dei propri genitori. Mai erano stati così fragili, così esposti, così vulnerabili. Ritardi nello sviluppo, difficoltà di apprendimento, obesità, disturbi del sonno, malessere psicologico, isolamento, aggressività, difficoltà attentive: l’elenco è lungo e non più ignorabile.

Non stiamo parlando di opinioni, ma di evidenze ormai sotto gli occhi di chiunque lavori quotidianamente con l’infanzia.

Eppure, la consapevolezza non basta.
Perché se è vero che la tecnologia può rappresentare una minaccia, è altrettanto vero che abbiamo gli strumenti per cambiare rotta. Possiamo ripensare gli equilibri, restituire tempo, spazi, presenza. Il problema non è la tecnologia in sé, ma il modo in cui la stiamo lasciando crescere nella vita dei bambini senza guida, confini, alternativa.

È necessario che famiglie, professionisti della salute, scuole e istituzioni inizino a costruire un fronte comune.
Non basta dire “meno tecnologia”: occorre offrire ai bambini attività fisiche, sociali, creative, esperienze reali che nutrono ciò che uno schermo non potrà mai sostituire. È un percorso che richiede impegno, conoscenza e nuovi modelli educativi, ma è l’unico che può garantire un’infanzia sana, un futuro sostenibile.

Il punto non è demonizzare il digitale, ma ripristinare un equilibrio che si è spezzato.
Gli adulti devono tornare a essere i custodi dell’infanzia, non suoi spettatori distratti. Dobbiamo proteggere i bambini non solo da contenuti inappropriati, ma da un modello di vita che li disconnette da sé stessi, dagli altri, dalla natura e dallo spirito.

Non abbiamo mai avuto così tanto bisogno di tornare umani.
Di riportare i bambini nei parchi, nelle relazioni, nella vita vera.
Di restituire loro quella scintilla che nessuna tecnologia potrà mai creare: la capacità di stupirsi, immaginare, esplorare e crescere davvero.

Perché l’infanzia è una sola.
E ciò che perdiamo oggi — quel tempo, quella luce, quella presenza — non lo recupereremo mai più.

venerdì 12 dicembre 2025

Perché l’Italia deve difendere il diritto dei minori a un digitale sicuro – La mia lettera alla Presidenza del Consiglio


Cari lettori,

Negli Stati Uniti, il Presidente Trump ha annunciato l’intenzione di firmare un Ordine Esecutivo volto a impedire ai singoli Stati di regolamentare l’intelligenza artificiale.

Un atto che potrebbe avere ripercussioni significative anche in Europa e, indirettamente, nel nostro Paese.

Perché è così grave?


Perché impedire agli Stati di intervenire sulle tecnologie che interagiscono con i bambini significa lasciare famiglie, scuole e istituzioni senza strumenti di tutela.
Significa rinunciare alla possibilità di intervenire su chatbot che possono incitare autolesionismo, su giocattoli intelligenti che raccolgono dati, su sistemi algoritmici che possono influenzare fragilità emotive.

Di fronte a un segnale internazionale così preoccupante, ho deciso di inviare una PEC ufficiale alla Presidente Giorgia Meloni, chiedendo all’Italia di mantenere una linea chiara:


la sicurezza dei minori non può essere sacrificata alle logiche di mercato o a pressioni politiche esterne.

L’Italia ha una grande opportunità:


✔ guidare l’Europa nella protezione dei minori digitali,
✔ sostenere il principio che ogni Stato deve poter intervenire a tutela dei propri cittadini,
✔ sviluppare un modello equilibrato di regolamentazione dell’IA che non ostacoli l’innovazione, ma protegga i più vulnerabili.

Come Presidente dell’Associazione IoStaccoLaSpina, da anni lavoro per portare proposte normative, modelli innovativi e soluzioni concrete alle istituzioni italiane.
Anche questa volta, ho ritenuto fondamentale far sentire la nostra voce.

Continueremo a monitorare ciò che accade negli Stati Uniti e nel resto del mondo, perché la tutela dei minori nel digitale non può essere lasciata al caso, né delegata interamente alle stesse aziende che creano queste tecnologie.

I bambini hanno diritto a crescere in un ecosistema digitale che sia sicuro, trasparente e umano.


Ed è nostro dovere assicurarci che questo accada.

Letizia Basile
Presidente IoStaccoLaSpina APS

Donazioni immobiliari: quando un bene diventa valore per la comunità!

Cari lettori, IoStaccoLaSpina APS, ente del Terzo Settore impegnato nella promozione della consapevolezza digitale, del benessere psicosocia...