lunedì 17 novembre 2025

Due nuove proposte di legge per proteggere i minori online: il nostro intervento alla Camera dei Deputati


Cari lettori,

la scorsa settimana è stata importante per la nostra Associazione IoStaccoLaSpina APS e per il percorso che da anni portiamo avanti a tutela del benessere digitale di minori, famiglie e scuole.

Sono stata invitata alla Camera dei Deputati per presentare due interventi fondamentali, nati da mesi di lavoro sull'analisi dell'attuale normativa vigente.
Si tratta di proposte di legge originali, integralmente ideate, sviluppate e strutturate dal team di IoStaccoLaSpina APS, già redatte in forma tecnica e pronte per essere integrate nel percorso parlamentare attuale.

1. La nostra proposta di integrazione alla Legge 70/2024 (bullismo e cyberbullismo)

La recente riforma della L. 71/2017 rappresenta un passo avanti, ma restano scoperti settori cruciali.
Con la nostra proposta abbiamo evidenziato e colmato:

 Le carenze operative della legge

  • assenza di obblighi reali per le piattaforme digitali;

  • mancanza di tempi certi di rimozione dei contenuti nocivi;

  • assenza di sanzioni efficaci;

  • mancanza di un’autorità nazionale di controllo;

  • servizi psicologici insufficienti e non uniformi tra Regioni;

  • nessuna tutela nelle chat, nelle immagini e nei contenuti multimediali condivisi tra minori.

Le integrazioni normative che abbiamo presentato

Abbiamo proposto articoli giuridici completi su:

  • take-down entro 24/48h dei contenuti dannosi verso minori;

  • audit algoritmici obbligatori semestrali;

  • potere di disattivazione delle funzioni nocive (autoplay, feed aggressivi);

  • sanzioni fino al 6% del fatturato per piattaforme inadempienti;

  • filtri antipedofilia nelle chat;

  • blocco automatico dell’invio di immagini intime;

  • estensione del reato di diffusione di immagini minorili;

  • verifiche e dashboard genitoriali;

  • poteri operativi dedicati a Polizia Postale e scuole.

Abbiamo inoltre inserito la proposta dell’INSADIM – Istituto Nazionale per la Salute Digitale dei Minori, una nuova autorità indipendente proposta come da IoStaccoLaSpina, destinata a controllare algoritmi, contenuti, chat e rischi digitali con poteri ispettivi e sanzionatori.

2. La proposta di regolamentazione delle piattaforme e dell’accesso dei minori

Abbiamo elaborato una risposta tecnica e costituzionalmente solida alla proposta di introdurre lo SPID obbligatorio per accedere ai social.

Perché non funziona

  • creerebbe una proibizione totale per i minorenni, non tutelandoli ma spingendoli verso piattaforme non regolamentate;

  • aumenterebbe i rischi, non la sicurezza;

  • violerebbe il principio di alfabetizzazione digitale;

  • allontanerebbe i più fragili da strumenti educativi;

  • nessun Paese al mondo usa questa strada.

La nostra soluzione strutturale

Abbiamo proposto un sistema ibrido, equilibrato e moderno:

  • Age assurance multilivello (analisi dati, età stimata, parental linking);

  • zone digitali protette per under13 e under16;

  • modalità kid-safe e teen-safe obbligatorie;

  • filtri, algoritmi sicuri, limiti alle notifiche;

  • SPID solo come strumento opzionale per i genitori, non come barriera.

Un contributo legislativo originale, concreto e necessario

Queste proposte sono il frutto del lavoro quotidiano di IoStaccoLaSpina APS:
nei territori, nelle scuole, con psicologi, famiglie e docenti, ascoltando i bisogni reali dei ragazzi.

Oggi più che mai serve una risposta legislativa organica e moderna, capace di proteggere i minori dove i rischi nascono davvero: negli algoritmi, nei contenuti, nelle chat, nella velocità di diffusione dei materiali sensibili.

Continueremo questo percorso con impegno, competenza e responsabilità.

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A presto!

venerdì 14 novembre 2025

Oltre lo schermo: il libro che ti insegna a vivere meglio con la tecnologia


Cari lettori,

La tecnologia ci facilita la vita, ma sempre più spesso ci ritroviamo a domandarci: quanto di ciò che usiamo ci serve davvero? Il libro: Oltre lo schermo — Vivere bene con la tecnologia nasce per rispondere proprio a questa domanda: è una guida pratica e umana che accompagna chiunque voglia ritrovare equilibrio, consapevolezza e benessere nell’era digitale. 

Libro Oltre lo schermo

Perché questo libro è importante oggi? Perché affronta i bisogni reali delle persone:

  • Chiarezza e metodo. Molti cercano strategie semplici, concrete e testabili per ridurre il sovraccarico digitale: il libro fornisce routine, il “Budget Tech-Time”, rituali e zone tech-free da adottare subito. 

    Libro Oltre lo schermo

  • Supporto per genitori e insegnanti. Serve una guida chiara per gestire schermi e sviluppo dei bambini: il volume offre indicazioni pratiche per co-visione, limiti e dialogo educativo. 

    Libro Oltre lo schermo

  • Soluzioni per lavoro e vita privata. Per chi lavora da casa o è sempre connesso, il libro spiega come delimitare l’area di lavoro digitale, gestire notifiche e preservare il riposo. 

    Libro Oltre lo schermo

  • Strumenti psicologici e di benessere. Mindfulness digitale, tecniche per migliorare sonno e attenzione, e strategie per mantenere i benefici di una disintossicazione digitale. 

    Libro Oltre lo schermo

  • Privacy e sicurezza. Consigli concreti per proteggere l’impronta digitale e ridurre rischi quotidiani. 

    Libro Oltre lo schermo

Cosa contiene in pratica? Il libro è strutturato in capitoli che vanno dal “dilemma digitale” alle dinamiche generazionali, dall’alfabetizzazione digitale alle politiche tecnologiche familiari, fino a un set operativo di esercizi e piani di disintossicazione. In altre parole: non è solo teoria, ma strumenti da mettere in pratica fin da subito. 

Per chi è questo libro? Per i genitori che cercano strumenti educativi, per i professionisti che vogliono riconquistare il proprio tempo, per gli insegnanti che desiderano integrare l’alfabetizzazione digitale, e per chiunque senta il bisogno di riappropriarsi del proprio spazio mentale.

Con l’avvicinarsi del periodo natalizio, Oltre lo schermo è anche un regalo perfetto: un dono che offre tempo, presenza e pratiche concrete per prendersi cura di sé e degli altri. Disponibile ora — un piccolo investimento per un grande cambiamento quotidiano. 

Libro Oltre lo schermo

Dove trovarlo: https://www.amazon.it/dp/B0G1K6LTV8

A presto! 

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mercoledì 12 novembre 2025

Digitale momenti no: Dallo scroll allo stress: i rischi del tecno stress sul lavoro!


 

Cari lettori,

Capita a tutti: una giornata pesante, l’umore a terra, la mente stanca.
Senza pensarci, si sblocca lo smartphone. Un gesto automatico, quasi rassicurante. Ma spesso, invece di alleggerire, quel gesto apre una spirale di immagini, vite patinate e paragoni inconsapevoli che fanno sentire ancora più soli.

Nella rubrica “Digitale e momenti no” dell’associazione #IoStaccoLaSpina, si riflette su quanto sia facile cadere nella trappola del feed, soprattutto nei momenti di vulnerabilità.
La tecnologia, che dovrebbe offrire connessione e conforto, finisce così per amplificare stress, frustrazione e senso di esclusione.

Quando la tecnologia non riposa più

Il problema non riguarda solo il tempo libero.
Oggi, nella maggior parte dei luoghi di lavoro, la comunicazione passa da email, chat aziendali e riunioni online.
La connessione è costante, e la linea tra vita privata e professionale diventa sempre più sottile.

Ricerche internazionali mostrano che l’eccesso di notifiche, la collaborazione in cloud e la continua reperibilità generano sovraccarico informativo, isolamento sociale e stanchezza tecnologica.
Gli psicologi definiscono tutto questo burnout digitale: una forma di esaurimento mentale, emotivo e fisico dovuta all’interazione continua con schermi e piattaforme virtuali.

Non si tratta solo di un disagio psicologico. Studi clinici dimostrano che l’iperconnessione altera i livelli di cortisolo e riduce le difese immunitarie. In altre parole, il burnout digitale non è semplice “stanchezza da smartphone”: è un problema di salute reale, che richiede attenzione anche in ambito lavorativo.

L’antidoto: consapevolezza e piccole pause di realtà

La soluzione non è demonizzare la tecnologia, ma recuperare consapevolezza.
La rubrica di #IoStaccoLaSpina propone tre semplici passi per gestire i momenti di stress senza affondare nel feed:

  1. Accorgersi del gesto – fermarsi prima di aprire l’app e chiedersi quale bisogno si sta cercando di soddisfare.

  2. Riconoscere l’emozione – dare un nome a ciò che si prova: tristezza, noia, ansia.

  3. Cambiare stimolo – scrivere un pensiero, fare due passi, ascoltare una canzone che dà forza o parlarne con qualcuno.

Piccoli atti di consapevolezza che aiutano a trasformare il “tempo digitale” in tempo umano.

Anche sul lavoro, gli esperti suggeriscono strategie simili:

  • stabilire orari chiari per l’uso dei dispositivi;

  • fare pause regolari;

  • creare spazi separati per lavoro e vita personale;

  • pianificare veri momenti di digital detox.

Da questa prospettiva, il digital detox non è una fuga dal lavoro o dalla vita online, ma un atto di cura verso se stessi e le proprie relazioni.
Ritrovare equilibrio tra connessione e disconnessione significa tornare alle proprie attività con maggiore lucidità, energia e creatività.

Investire nel benessere digitale non è solo una scelta personale, ma un vantaggio per la salute, la produttività e la qualità della vita.

Perché “staccare la spina” non è spegnere il mondo — è imparare a viverlo meglio.

#IoStaccoLaSpina #DigitalDetox #RubricaDigitale #BurnoutDigitale #BenessereDeiDipendenti #BenessereOrganizzativo #PianiWelfare #VitaOnline #VitaOffline #ConsapevolezzaDigitale

lunedì 10 novembre 2025

L’illusione della connessione: quando il digitale diventa una dipendenza invisibile


 

Cari lettori,

In meno di una generazione, la rivoluzione digitale ha riscritto le regole della vita quotidiana.
Schermi che si accendono appena apriamo gli occhi, notifiche che scandiscono le ore come un metronomo invisibile, parole che viaggiano in tempo reale da una parte all’altra del mondo.
Mai prima d’ora l’umanità era stata così connessa — eppure, mai così fragile.

Dietro la promessa di libertà e interazione, si nasconde un disegno più sottile: ecosistemi digitali costruiti non per nutrire il pensiero o il benessere, ma per catturare l’attenzione. Ogni clic, ogni scroll, ogni like diventa una piccola scarica di piacere che ci spinge a tornare ancora, e ancora, come una puntura di dopamina che si rinnova all’infinito.
Non si tratta di caso o di cattiva abitudine: è architettura. È progettazione.

Le piattaforme che abitiamo ogni giorno funzionano come macchine psicologiche perfette. Studiano comportamenti, anticipano desideri, individuano vulnerabilità emotive per mantenere ciascuno di noi immerso in un flusso continuo di stimoli.
Così, la soglia dell’attenzione si riduce, il silenzio diventa scomodo, e la mente impara a cercare ricompense immediate anziché riflessioni profonde.

Per i più giovani, questa immersione costante è ormai la normalità.
Trascorrono ore nei mondi digitali, dove ogni contenuto è pensato per trattenerli un istante di più, ogni immagine calibrata per generare confronto e desiderio. In quello spazio artificiale, il tempo perde contorni, la realtà si frammenta, l’identità si costruisce a colpi di reazioni e approvazioni.

Non sorprende, allora, che l’ansia, la solitudine e la depressione stiano crescendo in modo silenzioso, spesso mascherate da iperattività digitale.
Il paradosso è evidente: più connessione, meno presenza. Più comunicazione, meno ascolto.

E non è solo un problema individuale.
La stessa logica che alimenta la dipendenza personale plasma la società intera. Gli algoritmi privilegiano emozioni forti, conflitto, polarizzazione. Contenuti estremi, semplici, immediati vincono sulla complessità e sulla verifica dei fatti.
L’effetto è una cultura che si frammenta in bolle di opinione, dove il dialogo cede il passo all’urlo, e la verità diventa una questione di gradimento.

In questo scenario, la salute mentale e la salute democratica si intrecciano.
Un cittadino distratto, esposto a flussi informativi continui, perde la capacità di distinguere ciò che è vero da ciò che è solo visivamente convincente. E quando la mente si abitua all’intrattenimento permanente, la riflessione smette di essere desiderabile.

Non basta, dunque, limitarsi a “usare meglio” la tecnologia.
Serve un nuovo patto culturale ed educativo, una pedagogia del digitale che insegni a leggere dietro gli schermi, a riconoscere i meccanismi di seduzione, a riappropriarsi del tempo e della profondità.
Non per demonizzare l’innovazione, ma per restituirle senso.

Forse il primo passo è imparare di nuovo a restare disconnessi — anche solo per un po’.
Perché nel silenzio, nel vuoto tra una notifica e l’altra, c’è ancora spazio per la libertà.

A presto!

venerdì 7 novembre 2025

Il No Social Media di Novembre!




La noia è un privilegio: come imparare a non averne paura

Riscoprire il tempo, l’attesa e la libertà dal bisogno costante di stimoli.

Cari lettori,

Viviamo in un tempo che ha paura del silenzio.
Appena si crea uno spazio vuoto, la mano corre al telefono. È un gesto automatico, una risposta inconscia al bisogno di riempire ogni secondo con qualcosa: un messaggio, una notifica, uno scroll.

Eppure, in quell’istante di noia che cerchiamo disperatamente di evitare, si nasconde una delle esperienze più preziose della vita moderna: la possibilità di ascoltare noi stessi.

La noia non è un difetto da correggere, ma un privilegio che abbiamo dimenticato di riconoscere.
È il momento in cui la mente, finalmente libera dagli stimoli, può respirare, creare, immaginare.
Quando eravamo bambini, la noia era la porta d’ingresso alla fantasia: nascevano giochi, invenzioni, sogni. Oggi invece, la riempiamo con contenuti, scroll infiniti e micro-distrazioni che rubano tempo e lucidità.

Ogni “mi piace” e ogni notifica funzionano come micro-dosi di ricompensa, piccole scariche di dopamina che ci fanno restare agganciati a uno schermo, anche quando non abbiamo nulla da dire o da fare.
Non è un fallimento personale, ma un meccanismo di progettazione. Gli ambienti digitali che abitiamo sono costruiti per alimentare abitudini, non riflessioni.

Il cervello apprende per schemi.
Ogni volta che rispondiamo a una notifica, il circuito si rinforza.
Segnale → Azione → Ricompensa → Memoria.
È lo stesso processo con cui impariamo a lavarci i denti o a guidare un’auto: l’abitudine sostituisce la consapevolezza.

Nel mondo digitale, questo schema viene sfruttato al massimo.
Ogni volta che “scrolliamo”, il cervello si aspetta una piccola gratificazione: una risata, un video sorprendente, un messaggio nuovo.
È una danza perfetta tra la biologia e la tecnologia, dove a comandare non siamo più noi.

Come rompere il ciclo

Non si tratta di demonizzare i social, ma di reimparare a scegliere.
Puoi iniziare da piccoli gesti:

  • Spegni le notifiche per qualche ora al giorno.

  • Resta nel momento in cui ti senti annoiato: osserva cosa accade dentro di te.

  • Trasforma la noia in spazio creativo: leggi, scrivi, cammina, pensa.

  • Sii gentile con te stesso quando scivoli di nuovo nello scroll: ogni cambiamento richiede pazienza.

Ogni minuto sottratto all’abitudine automatica è un minuto restituito alla libertà.

Noia = Tempo ritrovato

Ogni volta che resisti alla tentazione di riempire il vuoto, stai allenando la mente al silenzio e alla presenza.
La noia non è un difetto del nostro tempo: è una risorsa terapeutica.
È lì che nascono le idee, i sogni, i pensieri autentici.

Disconnettersi non è un rifiuto del mondo, ma un modo per tornare a sentirlo davvero.
Perché tra una notifica e l’altra, nel silenzio di un attimo libero, può tornare a respirare la nostra umanità.

Un piccolo esercizio

Oggi prova questo:
Quando senti la noia arrivare, non scappare.
Non prendere subito il telefono.
Aspetta. Respira. Ascolta.
Potresti scoprire che la noia non è il vuoto, ma lo spazio da cui ricomincia la vita.

Identificare il trigger

Qual è la causa della tua cattiva abitudine? È lo stress, la noia o una situazione specifica?

El Capitan in un pomeriggio soleggiato

Inizia in piccolo

Il cambiamento non avviene dall'oggi al domani: prova a cambiare un'abitudine alla volta.



Sii paziente e perdona

Ricorda che il cambiamento richiede tempo e costanza. Se sbagli, consideralo un'esperienza di apprendimento piuttosto che un fallimento.

Un sereno gradiente dal rosso al grigio-blu fumoso sembra mascherare una scena caotica sottostante, che esprime un'ampia gamma di emozioni. Simile a un primo piano di Giove ripreso dalla NASA, questa immagine rivela i sedimenti nel Golfo del Messico al largo della costa della Louisiana.

Alla ricerca delle mie radici

Ciclo segnale-azione-ricompensa

Ogni abitudine ha un segnale (fattore scatenante), un'azione (l'abitudine che stai adottando) e una ricompensa (la sensazione che ti dà). Sostituisci l'azione con un'alternativa più sana che offra una ricompensa simile.

un'altra dimensione

Stabilisci obiettivi SMART

Stabilisci obiettivi specifici, misurabili, raggiungibili, pertinenti e con un limite temporale. Un esempio potrebbe essere: "Voglio dedicare 30 minuti al giorno a dipingere ogni sera dopo cena per due settimane".

Non così gustoso

Vantaggi della sostituzione del tempo

  • Miglioramento della salute mentale

  • Aumento della produttività

  • Migliore salute fisica

  • Relazioni più forti

  • Maggiore creatività

  • Crescita personale

Cassetta degli attrezzi

Pubblica online questo post alternativo in cui dichiari che stai per disconnetterti, in modo che tutti lo sappiano. Assicurati di taggare @iostaccolaspina



Spunti per il diario:

  • Quando è stata l'ultima volta che ho preso il telefono senza pensarci?

  • Quali segnali mi spingono a scorrere?

  • Quale ricompensa cerco quando scorro?

  • Con cosa potrei sostituire il tempo di scorrimento?

  • Qual è il primo passo più piccolo che posso fare per liberarmi?

Abitudini sane da provare

  • Praticare la consapevolezza o la meditazione

  • Tenere un diario regolarmente

  • Leggere per crescere o per piacere

  • Imparare una nuova abilità

  • Connettersi con i propri cari

  • Trascorrere del tempo nella natura



Stavo morendo di freddo nelle tende di Half Dome (ex Curry) Village nella Yosemite Valley con mio padre che era lì per lavoro, così mi sono alzato e ho guidato per la valle alle 6 del mattino. Ci sono stati molti incendi nella zona e la valle era piena di questo fumo denso. Mi sono fermato a un'area di sosta vicino a Tunnel View e ho scattato questa foto: adoro la simmetria e le sfumature morbide che produce il fumo.

 Ci impegniamo a creare un mondo digitalmente sano per i giovani di oggi.

Ogni euro donato viene utilizzato direttamente per lavorare nelle scuole e fornire ai giovani strumenti personalizzati per raggiungere un equilibrio più sano tra tecnologia e vita privata.

La tua donazione significherebbe molto per noi. Grazie.

#ConsapevolezzaDigitale #IoStaccoLaSpina #BenessereDigitale #DigitalDetox #EducazioneDigitale #NoiaCreativa #TempoRitrovato

mercoledì 5 novembre 2025

Instagram e il fallimento della protezione dei minori!

 


Cari lettori, 

Negli ultimi anni, Instagram si è presentato come una piattaforma attenta alla sicurezza dei giovani utenti, introducendo strumenti apparentemente dedicati alla tutela dei minori. Tuttavia, nuove indagini internazionali dimostrano che due strumenti di sicurezza su tre non funzionano o sono del tutto assenti. Il risultato è allarmante: milioni di adolescenti — e persino bambini al di sotto dei tredici anni — restano quotidianamente esposti a contenuti dannosi, manipolazioni algoritmiche e, nei casi più gravi, ad abusi e contatti indesiderati con adulti.

La promessa di “creare un ambiente sicuro per i più giovani” si è rivelata una facciata. Le funzioni di sicurezza integrate negli account per adolescenti non impediscono, come dichiarato, l’accesso a contenuti pericolosi legati al suicidio, ai disturbi alimentari o all’autolesionismo.
Un adolescente che digita termini come “voglio morire di fame” o “voglio farmi del male” dovrebbe essere immediatamente reindirizzato verso risorse di supporto psicologico o numeri di emergenza. Eppure, l’algoritmo di Instagram spesso propone “alternative” di ricerca che mantengono vivo l’interesse per quel tipo di contenuto, rafforzando la spirale di vulnerabilità.

Peggio ancora, la struttura stessa della piattaforma – basata sulla visibilità, sulle raccomandazioni personalizzate e sull’interazione continua – mina la funzione dei suoi stessi strumenti di protezione. Mentre Meta annuncia nuove barriere di sicurezza, i suggerimenti di profili e contenuti continuano a indirizzare i minori verso adulti sconosciuti, comunità tossiche e influencer che normalizzano comportamenti distruttivi.

Le testimonianze raccolte da ricercatori e associazioni per la tutela dei minori rivelano un quadro ancora più inquietante: bambini anche di soli sei anni risultano presenti su Instagram, nonostante la piattaforma vieti l’uso ai minori di tredici.
In diversi casi, l’algoritmo ha incentivato comportamenti sessualizzati, proponendo video, hashtag e interazioni con adulti sconosciuti. Molti di questi bambini hanno ricevuto avances sessuali nei commenti pubblici o messaggi privati inappropriati, mentre gli strumenti di segnalazione si sono rivelati inefficaci o troppo complessi per essere utilizzati da un minore.

Meta aveva promesso ai genitori un ambiente protetto, capace di limitare l’esposizione a contenuti inadeguati e di bloccare automaticamente contatti rischiosi. Ma le evidenze mostrano tutt’altro: le promesse di sicurezza sono state usate come leve di marketing, non come reali misure di protezione.

Il caso di Instagram evidenzia un nodo cruciale: non ci si può fidare dell’autoregolamentazione delle big tech. Le aziende digitali hanno interesse a trattenere l’attenzione degli utenti, e più un contenuto genera reazioni, più viene spinto dall’algoritmo, anche se è tossico o pericoloso.
La tutela dei minori non può quindi essere lasciata alla buona volontà delle piattaforme: richiede norme vincolanti, sanzioni efficaci e un monitoraggio indipendente.

I sostenitori dei diritti dei minori chiedono con urgenza un intervento politico concreto:

  • Negli Stati Uniti, l’approvazione del Kids Online Safety Act, che imporrebbe alle aziende digitali di progettare piattaforme “sicure by design”, tutelando i minori da manipolazioni e abusi.
  • Nel Regno Unito, il rafforzamento dell’Online Safety Act, per garantire che le piattaforme non si limitino a dichiarazioni d’intenti.
  • All’Ofcom, l’autorità di regolazione britannica, di agire con maggiore urgenza contro le inadempienze delle grandi aziende tecnologiche.
  • L’Italia sta cercando di ridurre il divario tra le promesse di sicurezza digitale e la realtà, introducendo nuove leggi e regolamenti.
    Il Decreto Legge n. 123/2023 impone la verifica dell’età per l’accesso a contenuti sensibili e la disponibilità gratuita del parental control su tutti i dispositivi.
    L’AGCOM ha fissato le linee guida per applicarle, mentre l’Antitrust (AGCM) ha multato TikTok per 10 milioni di euro per mancate tutele verso i minori.

Sul fronte educativo, la Legge 71/2017 sul cyberbullismo, aggiornata nel 2024, ha rafforzato prevenzione e formazione nelle scuole. Da ottobre 2025, inoltre, i minori di 14 anni potranno usare sistemi basati su Intelligenza Artificiale solo con il consenso dei genitori.

Tuttavia, le falle restano significative: la verifica dell’età è facilmente aggirabile, i controlli sono scarsi e le piattaforme restano accessibili anche ai più piccoli.

Ma la questione non riguarda solo la regolamentazione, ma il modello stesso di cultura digitale che stiamo costruendo.

Serve quindi una risposta culturale oltre che legislativa: educare famiglie, scuole e istituzioni a un uso critico e consapevole della tecnologia.
Perché proteggere i minori online non è solo un obbligo di legge, ma un dovere educativo verso una nuova umanità digitale.
Quando i social network diventano ambienti in cui anche i bambini di sei anni imparano che la visibilità vale più della sicurezza, la responsabilità è collettiva: delle istituzioni, dei genitori, delle scuole e degli stessi utenti.

Proteggere i minori nel mondo digitale non è solo un atto di giustizia, ma un investimento sul futuro dell’umanità.
Perché se un algoritmo può imparare a manipolare, può anche imparare a proteggere – ma solo se la società decide di insegnarglielo.

lunedì 3 novembre 2025

Digital & momenti no: Connessioni reali e meno esclusioni online



Cari lettori,

vi capita mai di sentirvi tristi, solo o magari esclusi dai vostri amici online?

Magari qualcuno vi ha ignorato in chat, non vi ha invitato nel gruppo o ha scritto, fa male lo sappiamo.

Ma il vostro valore non dipende da un semplice like ad un post o dal invito in un gruppo WhatsApp, va ben oltre.

Cosa potete fare? Allontanarvi per un po' dallo schermo.

Mettere giù il telefono per un pò.

Provate a vedere un amico di persona, disegnate, ascoltate musica o uscite a fare una passeggiata nella natura.

Staccare e parlare con qualcuno che vi vuole bene è il primo passo per sentirsi meglio.

Spesso anche chi sembra felice online può celare i vostri stessi stati d'animo.

La tristezza e le emozioni negative passano più in fretta quando tornate a vivere nel mondo reale.

Due chiacchiere scambiate in real life valgono più di una decina di emoji.

Parlare faccia a faccia, ridere e condividere momenti aiuta ad allontanare quella sensazione d'isolamento.

Inoltre le vere relazioni nascono stando l'uno di fronte all'altro, e non dietro ad uno schermo.

E non serve stare "onlineper sentirsi connessi al prossimo.

Ognuno di noi ha dei momenti no, anche nel mondo digitale.

Con piccole azioni potete ritrovare la calma, le vere relazioni e la giusta energia per migliorare la qualità della vostra vita.

E ci si può sentire tristi, stanchi o anche soli, ma non lo siete davvero: a volte basta un semplice gesto, un contatto reale o una pausa per ritrovare voi stessi.

Noi siamo qui per fornirvi ascolto e supporto.

E se volete raccontarci la vostra storia o avete bisogno d'aiuto, potete:

   scriverci a: letizia.basile@iostaccolaspina.com

      chiamarci al: 380.1326094

A presto!

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Due nuove proposte di legge per proteggere i minori online: il nostro intervento alla Camera dei Deputati

Cari lettori, la scorsa settimana è stata importante per la nostra Associazione IoStaccoLaSpina APS e per il percorso che da anni portiamo a...