Negli Stati Uniti, il Presidente Trump ha annunciato l’intenzione di firmare un Ordine Esecutivo volto a impedire ai singoli Stati di regolamentare l’intelligenza artificiale.
Un atto che potrebbe avere ripercussioni significative anche in Europa e, indirettamente, nel nostro Paese.
Perché è così grave?
Perché impedire agli Stati di intervenire sulle tecnologie che interagiscono con i bambini significa lasciare famiglie, scuole e istituzioni senza strumenti di tutela. Significa rinunciare alla possibilità di intervenire su chatbot che possono incitare autolesionismo, su giocattoli intelligenti che raccolgono dati, su sistemi algoritmici che possono influenzare fragilità emotive.
Di fronte a un segnale internazionale così preoccupante, ho deciso di inviare una PEC ufficiale alla Presidente Giorgia Meloni, chiedendo all’Italia di mantenere una linea chiara:
la sicurezza dei minori non può essere sacrificata alle logiche di mercato o a pressioni politiche esterne.
L’Italia ha una grande opportunità:
guidare l’Europa nella protezione dei minori digitali, sostenere il principio che ogni Stato deve poter intervenire a tutela dei propri cittadini, sviluppare un modello equilibrato di regolamentazione dell’IA che non ostacoli l’innovazione, ma protegga i più vulnerabili.
Come Presidente dell’Associazione IoStaccoLaSpina, da anni lavoro per portare proposte normative, modelli innovativi e soluzioni concrete alle istituzioni italiane. Anche questa volta, ho ritenuto fondamentale far sentire la nostra voce.
Continueremo a monitorare ciò che accade negli Stati Uniti e nel resto del mondo, perché la tutela dei minori nel digitale non può essere lasciata al caso, né delegata interamente alle stesse aziende che creano queste tecnologie.
I bambini hanno diritto a crescere in un ecosistema digitale che sia sicuro, trasparente e umano.
Prendetevi un momento e guardatevi intorno. Cosa vedete? Che odore sentite? Cosa sentite? State assorbendo tutto, questo grande, meraviglioso mondo che vi circonda?
Lo fate ogni giorno, in ogni momento, oppure siete bloccati in modalità pilota automatico, avvolti dalle distrazioni, quando potreste essere avvolti dal caldo abbraccio dell'universo?
Vivere intenzionalmente non significa fare più di quanto si stia già facendo, ma rallentare per accorgersene. Quando vi prendete un momento, davvero un momento, potete trovare la bellezza anche nelle cose più banali.
Quindi, fate un respiro profondo. Osservate ciò che vi circonda. Osservate la vita che si svolge accanto a voi. Riprendete la vostra attenzione e scegliete ciò che conta davvero. Quando rallentate, il mondo si espande.
Come vivere intenzionalmente
1. Definisci i tuoi valori e le tue priorità
Cosa conta davvero per te? Le tue azioni attuali riflettono i tuoi valori?
2. Coltivare la consapevolezza
Sii presente in ogni momento che vivi. Prenditi un momento per rallentare e goderti il presente.
3. Costruisci relazioni significative
Investi nelle tue relazioni e dai priorità al contatto diretto quando possibile. Circondati di energia positiva e di persone positive, e lascia andare le relazioni che non ti servono più.
4. Definisci intenzioni e obiettivi
Crea una visione di chi vuoi diventare. Scrivi la visione che hai di te stesso. Pratica come tenere un diario della gratitudine e non giudicarti, i tuoi pensieri possono aiutarti a concentrarti sul momento!
5. Semplificare
Riordina sia i tuoi spazi digitali che quelli fisici. Sbarazzati di ciò che non ti serve e di' di no a ciò che non è in linea con le tue priorità.
La tua cassetta degli attrezzi per la disintossicazione
Spunti per il diario:
Per cosa sei grato durante la disintossicazione?
Quali piccole cose della tua vita quotidiana dai per scontate?
Quale vita mi piace di più: quella in cui scorrevo sempre le notizie o questa nuova versione in cui posso essere più intenzionale e consapevole?
Come posso rallentare un'attività ordinaria e trasformarla in un rituale?
Attività da provare
Passeggiate consapevoli: prova a trovare cose che potresti non aver notato prima
Riqualifica il tuo algoritmo per renderlo più allineato a chi vuoi essere
Siediti all'aperto per 10 minuti e osserva usando i tuoi 5 sensi
Goditi una tazza di caffè o tè senza dover fare più cose contemporaneamente
la collaborazione tra IoStaccoLaSpina APS e Danilo Trippetta prosegue e si rafforza. Dopo i primi lavori condivisi sul diritto alla disconnessione, siamo felici di presentare un nuovo e-book che affronta uno dei temi più urgenti del nostro tempo: la cultura del super lavoro e la necessità di riformarla profondamente.
Il testo — “Riforme contro il Super Lavoro. La nuova cultura del benessere nell’Estremo Oriente” — analizza come Paesi come Giappone e Corea del Sud, da sempre simboli dell’iperlavoro, stiano oggi guidando un cambiamento epocale. Una trasformazione che nasce dalla consapevolezza che nessun sistema economico può prosperare se sacrifica la salute delle persone.
Cosa racconta l’ebook
Basandosi su dati, riforme legislative e trasformazioni culturali, l’ebook esplora:
La Work Style Reform giapponese, una rivoluzione che ha imposto limiti precisi agli straordinari, promosso il lavoro flessibile e avviato un percorso culturale per superare l’idea che “più ore = più valore”.
La campagna sudcoreana “Liberiamoci dalla società del super lavoro”, un movimento nazionale che sta tentando di ricostruire un equilibrio tra lavoro, vita personale e natalità.
Il diritto alla disconnessione come pilastro del benessere lavorativo, non solo come beneficio ma come tutela indispensabile della salute mentale e fisica.
La crisi dell’iperconnessione e la necessità di riforme che proteggano l’essere umano prima del lavoratore.
L’e-Book non si limita a descrivere: indica una direzione. Mostra come un cambiamento sia possibile quando società, governi e cultura decidono di mettere al centro la persona.
Perché questa collaborazione è importante
IoStaccoLaSpina APS è impegnata quotidianamente nella diffusione di una nuova cultura digitale e lavorativa: più sana, sostenibile e consapevole. La partnership con Danilo Trippetta nasce proprio dall’esigenza di unire:
ricerca e sensibilizzazione,
diritto e benessere,
analisi e impegno sociale.
Insieme stiamo costruendo una collana di e-book che parla al cuore dei problemi contemporanei: burnout, reperibilità continua, alienazione digitale, perdita di confini tra vita e lavoro.
Perché questo e-book è necessario ora
Viviamo in un mondo in cui:
essere sempre disponibili è diventato un dovere non scritto;
la stanchezza non è più ascoltata ma normalizzata;
la tecnologia ha invaso ogni spazio della vita quotidiana.
Eppure, come mostrano gli esempi giapponesi e sudcoreani, il cambiamento è possibile.
Questo e-book è un invito a riflettere, ma anche a scegliere.
A scegliere il benessere, la qualità del tempo, la dignità della vita.
A immaginare un futuro in cui lavorare bene non significhi lavorare di più.
Una lettura che apre scenari, che fa pensare, che restituisce respiro
Siamo orgogliosi di proseguire questo percorso.
Siamo certi che questo nuovo e-book potrà offrire strumenti, consapevolezza e una visione nuova del lavoro contemporaneo.
La strada per un futuro più umano comincia da qui.
E noi siamo felici di percorrerla insieme.
Un grazie speciale a Claudia Erickson, Presidente del Unplugged Village San Diego Usa, per aver inserito IoStaccoLaSpina Aps nella newsletter internazionale di novembre 2025.
È per noi un onore essere riconosciuti e valorizzati da una realtà globale che condivide la nostra stessa missione: promuovere il benessere digitale, la consapevolezza e una relazione più sana con la tecnologia.
Essere partner di un’associazione internazionale che ogni giorno lavora per sensibilizzare milioni di persone nel mondo ci conferma che il cambiamento è possibile — e che lo stiamo costruendo insieme, passo dopo passo, dall’Italia al resto del pianeta.
Grazie di cuore per questo spazio, per il sostegno e per l’ispirazione continua.
Viviamo in un tempo che non conosce pausa. Scorriamo, leggiamo, reagiamo, rispondiamo. Ogni giorno siamo sommersi da notifiche, immagini, messaggi e stimoli che ci trascinano fuori da noi stessi. Eppure, dentro questo vortice di iperconnessione, sta nascendo una nuova urgenza: ritornare al presente. Ritrovare il contatto con il momento in cui siamo vivi. Ed è qui che entra in gioco la consapevolezza.
La meditazione non è un lusso spirituale o una moda passeggera. È una forma di igiene mentale. È il coraggio di fermarsi — anche solo per cinque minuti — per dire: “Sono qui, ora.” Non dove gli algoritmi vogliono che io sia, non nel passato né nel futuro, ma nel presente.
Essere consapevoli non vuol dire svuotare la mente o respingere i pensieri, ma accettarli. È lasciare che ogni emozione – rabbia, paura, gioia, malinconia – scorra senza tentare di controllarla o di cancellarla. La consapevolezza è una forma di accoglienza gentile. Ci insegna che ogni sensazione, anche quella più scomoda, ha un messaggio da portarci, e che non esiste crescita senza attraversamento.
Nella pratica, la meditazione è semplice ma potente: chiudi gli occhi, respira, ascolta. Ascolta il battito del cuore, il ritmo del respiro, la presenza del tuo corpo. Ogni volta che la mente si allontana, riportala gentilmente a te. È un atto d’amore verso la tua stessa mente, un modo per dirle che può riposare, almeno per un momento, da tutto ciò che la trascina via.
Quando decidiamo di staccare dagli schermi, spesso emergono vuoti, noia, ansia. Lo smartphone non è solo un oggetto: è diventato una via di fuga. Ci distrae dal disagio, dalle emozioni difficili, dal silenzio. E proprio per questo, la disintossicazione digitale non è un gesto tecnico, ma un atto emotivo.
Essere senza schermi ci mette di fronte a ciò che avevamo nascosto: il bisogno di approvazione, la solitudine, la paura di non essere abbastanza. Ma è proprio qui che la consapevolezza può aiutarci. Invece di riempire quel vuoto, impariamo ad osservarlo. Osserviamo la tensione nelle mani che cercano il telefono, l’impulso di aprire un’app, il bisogno di controllare “cosa succede fuori”. E poi, respiriamo. Restiamo.
Perché non sempre dobbiamo “fare” qualcosa. A volte, il modo migliore per guarire è semplicemente stare.
Numerosi studi neuroscientifici dimostrano che la meditazione regolare modifica la struttura del cervello. Riduce l’attività dell’amigdala, il centro della paura, e rafforza la corteccia prefrontale, responsabile della calma e del controllo emotivo. In altre parole, meditare ci aiuta a reagire meno e a vivere meglio.
Ogni volta che scegli di restare nel presente invece di afferrare lo smartphone, stai letteralmente riprogrammando il tuo cervello. Stai costruendo un’abitudine alla serenità. È un allenamento invisibile, ma reale, che ci permette di uscire dal meccanismo di reazione costante e di tornare padroni del nostro tempo interiore.
La felicità non è un evento esterno, ma uno stato interno che si coltiva. Non arriva da una notifica, da un “mi piace”, da un messaggio improvviso, ma da quella sensazione di pace che nasce quando smettiamo di inseguire e cominciamo a respirare. Ogni atto di consapevolezza, ogni pausa consapevole dal digitale, è un seme piantato nel terreno del benessere.
Prova ogni giorno, anche solo per due minuti, a chiudere gli occhi e a chiederti: “Come sto, adesso?” Non serve cambiare nulla. Basta ascoltare. Nel tempo, scoprirai che quella semplice domanda ha il potere di riportarti a casa, nel luogo più autentico che esista: te stesso.
Disconnettersi non significa fuggire dal mondo, ma tornare a farne parte. La consapevolezza ci insegna a vivere con intenzione, a scegliere invece di reagire, a sentire invece di scorrere. E forse, in un’epoca in cui tutto ci spinge a guardare fuori, il gesto più rivoluzionario è guardare dentro.
Perché il vero benessere digitale non nasce da un algoritmo, ma da un respiro. E quel respiro — calmo, presente, umano — è il primo passo verso una nuova libertà.
E' online il nuovo libro dedicato a tutti quei ragazzi (e adulti!) che vivono tra “solo cinque minuti” e realtà che scorre più veloce del previsto.
Protagonista della storia è Leo, 11 anni, romano, brillante, simpatico e… specialista ufficiale del “ancora un video e poi basta”. La sua vita è un mix esplosivo di tablet, giochi online, notifiche che spuntano come popcorn e compiti “digitali” che sembrano non finire mai.
Finché Leo non si ritrova davanti a una missione che sembra impossibile: imparare a disconnettersi senza sentirsi tagliato fuori dal mondo.
Nel libro troverete 15 storie ironiche, fresche e irresistibili, raccontate con la voce schietta e autentica di un ragazzino come tanti. Leo ci porta dentro un universo dove gli schermi non sono nemici, ma strumenti da capire, gestire… e ogni tanto spegnere.
Accanto a lui ci sono genitori tecnologicamente impreparati, amici digitalissimi e piccole grandi scoperte sulla vita vera — quella che si vede solo quando metti in pausa il mondo digitale.
Io speriamo che mi disconnetto è un viaggio fatto di risate, riflessioni, momenti teneri e situazioni in cui ogni lettore — giovane o adulto — potrà riconoscersi.
Perché disconnettersi non significa rinunciare: significa riscoprirsi.
Il libro è perfetto per:
ragazzi e ragazze dai 9 ai 13 anni
genitori alle prese con figli sempre “online”
insegnanti che vogliono parlare di educazione digitale con leggerezza e intelligenza
Un testo attuale, brillante e necessario per imparare a vivere la tecnologia in modo più libero, curioso e autentico.
Continua la nostra collaborazione con Danilo Trippetta.
Viviamo immersi in un ecosistema digitale che connette tutto e tutti. Riunioni online, messaggi istantanei, piattaforme collaborative: la tecnologia ha ampliato le possibilità, ma anche le pressioni.
In questo scenario, Danilo Trippetta ci invita a una riflessione profonda nel suo eBook “Lavorare con equilibrio”: come restare umani in un mondo sempre più digitale?
“Equilibrio tra ciò che la tecnologia rende possibile e ciò che la mente e il corpo umano possono sostenere.”
L’equilibrio, spiega Trippetta, nasce da due dimensioni complementari: formazione digitale e competenze emotive.
Non basta saper usare strumenti e software: serve comprendere come la tecnologia ci trasforma, imparare a stabilire confini, a scegliere quando connettersi e quando disconnettersi.
Le emozioni, spesso considerate un elemento “soft”, sono invece la vera competenza professionale del futuro: empatia, ascolto e gestione dello stress diventano risorse strategiche per la collaborazione e la leadership.
Il lavoratore ideale del XXI secolo è “ibrido”: capace di coniugare mente analitica e cuore empatico.
Un equilibrio che rende le organizzazioni più creative, resilienti e umane.
Come conclude l’autore:
“Il futuro non appartiene a chi sa solo connettersi, ma a chi saprà farlo con equilibrio, consapevolezza ed empatia.”