Cari lettori,
Nel nostro precedente articolo abbiamo visto come la maggior parte delle piattaforme digitali raccolga e monetizzi i dati personali, spesso senza che gli utenti ne siano consapevoli. Se la raccolta di dati è diventata una pratica diffusa, è altrettanto vero che esistono strumenti e strategie per proteggersi e limitare il tracciamento delle informazioni personali, specialmente quando si tratta di bambini e adolescenti.
Oggi approfondiamo quattro aspetti fondamentali per costruire una maggiore consapevolezza digitale e difendere la propria privacy online.
Utilizzare Impostazioni di Privacy Avanzate
Come proteggere i dati dei più giovani?
Molte piattaforme e dispositivi offrono opzioni per limitare la raccolta e la condivisione dei dati. Basta sapere dove cercarle e come attivarle.
- Disabilita il tracciamento
Le pubblicità mirate e il monitoraggio del comportamento online possono essere ridotti modificando le impostazioni sui dispositivi:
iPhone: Impostazioni > Privacy e sicurezza > Tracciamento > Disattiva “Consenti alle app di richiedere il tracciamento”
Android: Impostazioni > Google > Annunci > Disattiva la personalizzazione degli annunci
- Limita l’accesso ai dati nelle app
Ogni app installata chiede autorizzazioni per accedere a fotocamera, microfono, posizione e contatti. Prima di concederle, è bene chiedersi: questa app ha realmente bisogno di queste informazioni per funzionare? In caso contrario, meglio negare l’accesso o impostarlo solo “quando l’app è in uso”.
- Utilizza browser e motori di ricerca più sicuri
Sapevi che Google traccia ogni tua ricerca per personalizzare gli annunci? Se vuoi evitare questo monitoraggio, prova alternative più sicure:
Brave: browser che blocca annunci invasivi e tracciamento.
DuckDuckGo: motore di ricerca che non raccoglie informazioni personali.
Richiedere Maggiore Trasparenza
Come pretendere più chiarezza dalle aziende?
Spesso le aziende dichiarano di proteggere la privacy, ma in realtà nascondono clausole ambigue nei loro termini di servizio. Ecco alcuni modi per ottenere maggiore trasparenza.
- Verifica le etichette sulla privacy
Google Play Store e App Store mostrano nelle pagine delle app quali dati vengono raccolti. Prima di scaricare un’app, controlla questa sezione per capire se è rispettosa della privacy.
- Richiedi contratti di protezione dati per le scuole
Se tuo figlio utilizza strumenti digitali a scuola, è possibile chiedere agli insegnanti e ai dirigenti di stipulare accordi specifici con le aziende, in modo che i dati non vengano venduti o condivisi con terze parti.
- Contatta direttamente le aziende
In alcuni Paesi, grazie al GDPR (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati), è possibile richiedere informazioni dettagliate su come vengono utilizzati i propri dati personali. Molti servizi offrono moduli di contatto per fare questo tipo di richieste.
Adottare Strumenti Alternativi
Quali piattaforme sono più sicure?
Non tutte le aziende traggono profitto dai dati degli utenti. Esistono alternative più etiche e sicure che rispettano la privacy:
- Motori di ricerca alternativi
DuckDuckGo: non traccia la tua attività e non memorizza ricerche personali.
Qwant: motore di ricerca europeo che protegge i dati degli utenti.
Brave: blocca annunci invasivi e tracciamento online.
Firefox Focus: cancella automaticamente la cronologia e impedisce la raccolta dati.
- App di messaggistica private
Signal: alternativa a WhatsApp con crittografia avanzata e senza raccolta dati.
Session: non richiede numero di telefono e protegge la privacy delle conversazioni.
- Piattaforme educative più sicure
Moodle: piattaforma open-source usata in molte scuole, con elevati standard di sicurezza.
Jitsi Meet: alternativa open-source a Zoom, che non raccoglie dati personali.
Queste alternative permettono di navigare in rete con maggiore sicurezza, riducendo l’impatto della raccolta dati sulle nostre vite e su quelle dei più giovani.
Maggiore Consapevolezza – Comprendere Come Funzionano le Piattaforme
Perché è importante conoscere i meccanismi dietro la raccolta dati?
Molti utenti non sanno quali informazioni vengono raccolte quando usano un’app o un social media. Questa mancanza di consapevolezza è ciò che permette alle aziende di monetizzare i dati senza che gli utenti ne siano realmente consapevoli.
Quali dati vengono raccolti?
Le piattaforme digitali monitorano diversi aspetti della nostra attività online, tra cui:
Dati personali – Nome, email, numero di telefono.
Dati di localizzazione – Posizione GPS, indirizzo IP.
Dati di utilizzo – Tempo trascorso su un’app, interazioni, click.
Dati biometrici – Riconoscimento facciale, impronte digitali.
Dati finanziari – Informazioni sui pagamenti e sugli acquisti.
Queste informazioni vengono poi usate per:
- Creare profili personalizzati e inviare pubblicità mirata.
- Modificare il feed dei social per aumentare il tempo di permanenza sulle piattaforme.
- Rivendere informazioni ad aziende terze.
Come proteggersi?
- Leggere le politiche sulla privacy – Cercare parole chiave come “raccolta dati” o “condivisione con terze parti”.
- Verificare le impostazioni del proprio account – Google, Facebook e altri servizi permettono di scaricare una copia dei propri dati per vedere cosa è stato raccolto.
- Essere critici sui permessi concessi alle app – Non accettare autorizzazioni che non sono strettamente necessarie.
Educare i giovani alla consapevolezza digitale
Spiegare come funzionano gli algoritmi e il tracciamento dei dati.
Creare momenti di discussione su privacy e sicurezza digitale in famiglia e a scuola.
Mostrare esempi concreti: scaricare i propri dati da Google o Facebook può far capire ai ragazzi quanto vengono monitorati.
Proteggere la Privacy è Possibile
Anche se la raccolta dei dati è una pratica diffusa, ci sono strumenti e strategie per proteggere la nostra privacy online. Il primo passo è essere consapevoli di come funzionano le piattaforme e di quali informazioni raccogliamo ogni volta che interagiamo con la tecnologia.
Con impostazioni di sicurezza avanzate, alternative più etiche e un maggiore senso critico, possiamo limitare il controllo che le aziende hanno sui nostri dati e garantire ai più giovani un’esperienza digitale più sicura.
A presto!