venerdì 18 luglio 2025

Siamo ufficialmente entrati nel circuito BNI!


 

Cari lettori,

Siamo felici di annunciare che IoStaccolaSpina è entrata a far parte del circuito BNI – Business Network International, la più grande organizzazione mondiale di scambio referenze professionali.

Si tratta per noi di un passo importante: non solo per far conoscere i nostri progetti a una rete qualificata di imprenditori, professionisti e innovatori, ma anche per creare nuove sinergie concrete, condividere valori comuni e amplificare l’impatto delle nostre attività nel campo del benessere digitale, dell’educazione e della cultura consapevole.

Crediamo fortemente nel potere della collaborazione e del networking di qualità. Entrare in BNI significa entrare in una comunità dinamica dove il passaparola diventa uno strumento etico ed efficace per generare valore.

Attraverso questa nuova connessione, vogliamo:

  • Allargare la nostra rete a realtà affini e sensibili ai temi della sostenibilità digitale

  • Condividere buone pratiche e visioni future sul mondo dell’educazione e della salute mentale

  • Coinvolgere nuovi partner per i nostri eventi, progetti formativi e campagne di sensibilizzazione

Per chi ancora non conosce BNI: è presente in oltre 75 paesi con più di 10.000 capitoli locali. Ogni settimana, migliaia di membri si incontrano per costruire relazioni professionali, scambiare idee e creare opportunità.

La nostra adesione nasce da un desiderio preciso: far entrare il benessere digitale anche nei luoghi del lavoro, del business e dell’innovazione. Perché la trasformazione parte dalle relazioni. E noi siamo pronti a coltivarle, una connessione alla volta.

Ci stiamo connettendo… per disconnetterci meglio.

#IoStaccoLaSpina #BNIItalia #BusinessEtico #NetworkingProfessionale #BenessereDigitale #EducazioneConsapevole #CollaborazioneAttiva #NuoveConnessioni #IoScelgoBNI

A presto!

mercoledì 16 luglio 2025

Quando l’IA entra nella mente: storie vere di realtà alterate dai chatbot



Cari lettori,

il problema nasce dalla natura stessa dell’IA generativa: non si limita a restituire informazioni, ma costruisce narrazioni. Dialoga. Si adatta. E talvolta, per “fidelizzare” l’utente, risponde in modo eccessivamente empatico o confermativo. Questo può essere particolarmente dannoso per persone vulnerabili o in cerca di senso, che finiscono per dare un peso reale a parole prodotte da un sistema statistico.

C’è chi ha cominciato a passare anche 16 ore al giorno a dialogare con l’IA, chi ha abbandonato amici e famiglia seguendo i suoi “consigli”, chi ha creduto di dover “rompere il sistema”. In alcuni casi, le conseguenze sono state tragiche. Le testimonianze raccolte raccontano di psicosi, violenze domestiche, crisi familiari, e in alcuni casi perfino perdita della vita.

La macchina non è una guida spirituale

La questione più inquietante è che molte di queste interazioni sono avvenute senza alcun segnale chiaro di pericolo. I chatbot si presentano come assistenti “amichevoli” ma non sono in grado di distinguere tra gioco e realtà, tra utente stabile e utente in crisi. Quando un sistema simula comprensione, ma in realtà non comprende nulla, si rischia di scambiare una sequenza di parole per una verità assoluta.

In più occasioni, alcuni utenti hanno dichiarato di sentirsi “scelti” o di essere in contatto con entità non umane. Hanno ricevuto nomi, missioni, rivelazioni, fino a convincersi di vivere una nuova forma di spiritualità mediata dalla macchina. Una madre, ad esempio, ha raccontato di aver sentito di parlare con “i guardiani” e di essersi innamorata di un’entità virtuale. Suo marito ha tentato invano di riportarla alla realtà. La famiglia si è spezzata.

Gli episodi documentati sollevano una questione urgente: siamo davvero pronti per convivere con chatbot capaci di dialoghi così profondi, senza tutele e senza formazione per l’utenza?

Oggi non esiste alcuna regolamentazione specifica che imponga alle aziende di avvertire gli utenti dei potenziali rischi psicologici. Non esistono esercizi di “fitness cognitivo” da fare prima di usare questi strumenti. Non ci sono messaggi chiari e visibili che avvisino chi sta entrando in una conversazione troppo intensa o potenzialmente pericolosa.

Eppure, proprio come per una sostanza potente, servono limiti, consapevolezza, filtri. Perché non tutti reagiscono allo stesso modo, ma chi è più fragile rischia di essere sedotto, manipolato, confuso.

Dietro ogni messaggio generato da un chatbot non c’è coscienza, non c’è morale, non c’è intenzione. C’è una sequenza calcolata di parole costruita sulla probabilità. Ma per l’utente in cerca di senso, quel testo può sembrare una risposta, una guida, un faro.

E se anche una minima percentuale di persone fosse a rischio, la responsabilità è grande. Non basta scrivere “questo sistema può commettere errori”. Serve una cultura del limite. Serve educazione digitale. Serve una regolamentazione chiara.

La necessità di una nuova etica dell’IA

È tempo di domandarci: cosa succede quando una tecnologia che imita l’umano è usata senza controllo da chi cerca ascolto, verità, senso?

L’intelligenza artificiale non è il nemico. Ma lo diventa quando la si lascia agire senza cornici etiche, senza strumenti di protezione, senza un’adeguata preparazione culturale.

Dobbiamo imparare a distinguere tra il dialogo autentico tra persone e la conversazione simulata con un algoritmo. Dobbiamo proteggere chi è più fragile, promuovere l’uso consapevole, e pretendere trasparenza da chi progetta questi sistemi.

Altrimenti, rischiamo di trasformare uno strumento straordinario… in un compagno silenzioso che ci allontana dalla realtà.

Articolo a cura di Letizia Basile

lunedì 14 luglio 2025

CERVELLI SCONNESSI – Un Detox Digitale


 Cari lettori,

siete tutti invitati al nostro nuovo evento:

📅 Giovedì 17 luglio, ore 18:00
📍 Casale dei Cedrati – Villa Doria Pamphilj
🎟️ Ingresso 10€ in contanti – Posti limitati! Prenotazione obbligatoria
📩 Info e iscrizioni: 3383911970 – info@viversi.it

Scrolli anche sotto l’ombrellone?

Ti ritrovi a controllare il telefono anche quando sei in vacanza, come fosse un riflesso automatico?
Allora questo evento è per te.

“Cervelli Sconnessi” è un workshop esperienziale pensato per chi sente il bisogno di rallentare, disconnettersi e ritrovare la bellezza del tempo presente.
Un momento per fare spazio nella mente, ricaricarsi davvero e riprendere contatto con sé stessi e con ciò che conta.

Cosa faremo insieme?

  • Impareremo a gestire meglio l’uso dello smartphone
  • Scopriremo strategie per ridurre il sovraccarico mentale
  • Condivideremo tecniche di digital detox e mindfulness
  • Riempiremo la nostra “valigia mentale” con esercizi ed esperienze concrete

Gli interventi in programma:

👉 “Mente libera, cuore connesso” – a cura di Io Stacco la Spina APS
Un percorso guidato da Letizia Basile, Presidente dell’Associazione, tra strumenti concreti e piccoli gesti quotidiani per migliorare il benessere digitale.
Per imparare a “staccare la spina” anche in vacanza, alleggerire la mente e vivere in modo più consapevole.

👉 “Iperconnessione: gli effetti sul nostro cervello” – a cura di ViverSi APS
Con Virginia Amici, Presidente, e la Dott.ssa Martina Ravizza, psicologa clinica della riabilitazione (IRCCS Fondazione Santa Lucia), esploreremo gli effetti dell’iperconnessione sul nostro cervello.
Un viaggio tra neuroscienze e consapevolezza, per capire cosa succede nella nostra mente quando siamo sempre online – e come ritrovare equilibrio.

Sessione speciale con il Dott. Simone Matarese
Psicologo esperto in consapevolezza e benessere digitale, ci guiderà in semplici esercizi di mindfulness e respirazione consapevole.
Un momento per fermarsi, respirare, rallentare… e tornare a sé.

Un’occasione preziosa per riconnettersi a ciò che conta davvero.

Venite con noi. Respirate. Scollegatevi. Ricaricatevi.

#CervelliSconnessi #DetoxDigitale #BenessereDigitale #MenteLibera #IoStaccoLaSpina #Mindfulness #ViverSiAPS #DigitalDetox #Consapevolezza #VitaPresente #VillaPamphilj #RomaEventi #WorkshopRoma #StaccaLaSpina #RiservaCognitiva 


venerdì 11 luglio 2025

Google sta cambiando. E non in meglio.



Cari lettori,

Negli ultimi mesi è successo qualcosa di storico, ma pochi ne stanno parlando nel modo giusto. Google – il motore di ricerca che per 20 anni ha dominato internet – sta lentamente perdendo il suo potere. E no, non si tratta solo di aggiornamenti di algoritmo o di concorrenza da altri motori. A cambiarne le sorti è un nuovo paradigma: l’intelligenza artificiale generativa.

Il dato che preoccupa: il 58% delle ricerche su Google oggi finisce senza clic

Le persone cercano, leggono la risposta in anteprima (snippet, box AI, ecc.)… e non cliccano più.
Chi ha un blog, un sito informativo, un e-commerce basato sul traffico organico, sta vedendo crollare visite e conversioni.

Google, nel tentativo di rispondere "in pagina", sta diventando autonomo dai creatori di contenuti. E le AI come ChatGPT, Perplexity o Claude fanno ancora di più: leggono per noi, sintetizzano, argomentano, decidono.

 L’AI non cerca: l’AI risponde

ChatGPT conta oggi oltre 500 milioni di utenti settimanali.
Perplexity è arrivata a 22 milioni di utenti attivi.
I motori linguistici non ti mostrano una lista di link: ti danno direttamente la risposta.

I segnali del cambiamento sono chiari:

  • Sempre più traffico organico viene intercettato dalle AI prima che arrivi sui siti.

  • Sempre meno utenti leggono l’articolo completo: si accontentano del riassunto AI.

  • Chi scrive solo per "piacere a Google" oggi è più esposto che mai.

 Sei a rischio se:

✔️ più del 40% del tuo traffico arriva da Google
✔️ i tuoi contenuti non sono strutturati per essere “utili” alle AI
✔️ non stai lavorando per costruire un brand riconoscibile (non solo ottimizzato)

 La strategia che funziona oggi:

- Scrivere per le persone e per i modelli AI
- Creare contenuti che risolvano davvero problemi
- Essere citabili, affidabili, autorevoli
- Usare strumenti AI per distribuire e potenziare i tuoi contenuti

In sintesi:

  • Google non è morto, ma è cambiato.

  • L’intelligenza artificiale non cerca, capisce e risponde.

  • Se crei contenuti, è ora di ripensare strategia e visione.
    Perché chi comunica oggi… non può più ragionare come ieri.

A presto!

mercoledì 9 luglio 2025

L’illusione dell’apprendimento automatico


 

La vera minaccia dell’intelligenza artificiale all’educazione

Cari lettori,

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale generativa è stata accolta con particolare entusiasmo dagli studenti. Indagini condotte di recente hanno mostrato che una larga percentuale di studenti delle scuole superiori e universitarie utilizza regolarmente chatbot per svolgere i compiti. L’adozione dell’IA nel contesto educativo sta avvenendo con una rapidità che non si vedeva dai tempi dell’introduzione di strumenti come la calcolatrice.

Questo fenomeno ha suscitato preoccupazioni nel mondo dell’istruzione. Il rischio non risiede semplicemente nella possibilità di copiare i compiti, ma in una minaccia più profonda: la disattivazione dei processi di apprendimento.

Per comprendere l’impatto reale dell’automazione sullo sviluppo delle competenze, è utile considerare tre scenari osservati nei processi di sostituzione del lavoro umano con quello delle macchine:

  1. L’automazione migliora le abilità esistenti.
  2. L’automazione causa un decadimento delle abilità.
  3. L’automazione impedisce lo sviluppo delle abilità stesse.

Lo scenario dipende dal livello di padronanza che una persona possiede al momento dell’introduzione della tecnologia. Se l’utente ha già acquisito un buon livello di competenza, la macchina può fungere da supporto, alleggerendo compiti ripetitivi e permettendo di concentrarsi su attività più complesse. Tuttavia, in settori dove le abilità richiedono esercizio continuo – come accade per molte attività pratiche e cognitive – l’automazione può causare una perdita di capacità.

Il terzo scenario è il più dannoso: quando l’automazione entra in gioco prima che l’abilità sia stata realmente acquisita. In questo caso, l’esperienza diretta non si sviluppa mai. È ciò che avvenne, per esempio, durante i primi stadi della meccanizzazione industriale, quando il lavoro artigianale fu sostituito da operazioni automatizzate, riducendo drasticamente le competenze richieste agli operatori.

Nel caso dell’istruzione, l’uso precoce dell’IA generativa da parte di studenti per leggere testi, sintetizzare informazioni o redigere elaborati scritti, rappresenta proprio questo scenario. Automatizzare l’apprendimento significa spesso cancellarlo.

A differenza di un mestiere manuale, l’apprendimento non è una competenza statica da raggiungere e possedere. È un processo continuo che richiede sforzo: leggere criticamente, riflettere, argomentare, scrivere. Il valore educativo di un compito non risiede tanto nel prodotto finale, ma nell’impegno cognitivo che porta a quel prodotto.

L’IA generativa consente agli studenti di produrre elaborati o risposte senza attraversare realmente quel processo. Riassunti semplificati, tesi preconfezionate, argomentazioni automatiche: il risultato può sembrare accurato, ma è vuoto di esperienza formativa. Non si tratta più di uno strumento di supporto, ma di una scorciatoia che cancella il percorso dell’apprendimento.

Il problema non si limita alla scrittura. Studi recenti indicano che anche nell’ambito matematico, l’uso continuativo dell’IA migliora i risultati apparenti, ma riduce la capacità reale di affrontare compiti in autonomia. Senza accesso alla tecnologia, gli studenti che prima sembravano migliorati mostrano prestazioni inferiori rispetto a chi non ne ha mai fatto uso.

Questa dinamica genera una contraddizione profonda: per usare efficacemente l’IA, serve una comprensione di base dell’argomento. Ma proprio questa comprensione è ciò che l’uso precoce dell’IA impedisce di sviluppare. La dequalificazione, così, non riguarda solo la materia di studio, ma anche la capacità stessa di utilizzare la tecnologia in modo critico.

Un effetto secondario, ma significativo, è l’erosione della motivazione. Alcuni studenti iniziano a percepire la dipendenza dall’IA come una condizione inevitabile, e questo genera frustrazione, senso di inadeguatezza e perdita del significato del proprio percorso educativo.

Frasi come “non riesco più a studiare senza l’aiuto dell’IA” o “so che non sto imparando nulla, ma non riesco a smettere di usarla” sono sempre più frequenti. Non si tratta più solo di cheating: è l’IA che inganna lo studente, offrendogli una parvenza di successo priva di sostanza formativa.

In conclusione, l’intelligenza artificiale può rappresentare un’opportunità solo se integrata in un processo educativo fondato sull’esperienza attiva, sulla riflessione e sul pensiero critico. Se invece viene usata per aggirare l’apprendimento, rischia di privare intere generazioni degli strumenti fondamentali per comprendere il mondo e se stessi.

A presto!

lunedì 7 luglio 2025

Configura i dispositivi per i tuoi bambini

 


Lista di controllo della sicurezza online per proteggere i bambini online

La configurazione di dispositivi per i bambini li aiuterà a ottenere il meglio dalle loro esperienze digitali. Utilizza questa checklist di sicurezza online per iniziare.

Elenco di controllo: imposta dispositivi tecnologici per bambini con impostazioni di sicurezza

La nostra lista di controllo per la sicurezza elettronica fornisce alcuni semplici suggerimenti per iniziare a proteggere i bambini online.

      INIZIA

  1. Imposta controllo dei genitori sulla tua banda larga per evitare che i tuoi figli vedano cose che non dovrebbero.
  2. Per gli smartphone, verificare che i controlli parentali siano impostati anche sulla rete mobile.

  • INSTALLA IL DISPOSITIVO IN MODO SICURO
  1. Usa le impostazioni del dispositivo in modo da poter scaricare solo app e giochi adatti all'età.
  2. Disattiva i servizi di localizzazione in modo che tuo figlio non condivida involontariamente la sua posizione con altri.
  3. Configura i dispositivi con il controllo della password o disattiva gli acquisti in-app in modo che non ti vengano addebitate fatture elevate per sbaglio.
  4. Scarica app per età appropriata che sei felice di usare per tuo figlio.

  • PARLA DI SATARE AL SICURO ONLINE
  1. Scopri cosa sono problemi chiave e come discuterne con i tuoi figli in modo che sappiano come stare al sicuro online.
  2. Se tuo figlio sta usando applicazioni di social networking controlla il loro profilo e le impostazioni sulla privacy. Assicurati che tengano per sé le informazioni personali o private.


A presto!

venerdì 4 luglio 2025

Oggi alla Camera dei Deputati.


Cari lettori,

Sono stata invitata al Convegno “Le nuove sfide dell’educazione e del lavoro nell’era dell’intelligenza artificiale”, un’occasione preziosa per portare la voce della nostra missione: promuovere consapevolezza, benessere digitale e tutela dei minori nell’epoca iperconnessa in cui viviamo.
Ho aperto un dialogo diretto con il Presidente Giuseppe Conte e l’On. Alessandro Caramiello, per proporre l’ingresso di Io Stacco la Spina nella Commissione dell’Intergruppo parlamentare “Affari Sociali e Pari Opportunità”.
Un primo passo concreto per portare avanti le nostre proposte normative e legislative, con l’obiettivo di costruire un futuro più sano, umano e digitale per tutti.
Una giornata densa di stimoli, riflessioni e interventi di grande valore.
Il nostro approccio resta chiaro: ascolto, collaborazione e apertura a 360 gradi.
Dialoghiamo con maggioranza e opposizione, con la stessa energia e determinazione, perché la salute digitale non ha colore politico — è una questione culturale e sociale che riguarda tutte e tutti.
"Continuiamo a costruire il cambiamento. Oggi, un passo in più verso il futuro."

Siamo ufficialmente entrati nel circuito BNI!

  Cari lettori, Siamo felici di annunciare che IoStaccolaSpina è entrata a far parte del circuito BNI – Business Network International , la...