lunedì 14 luglio 2025

CERVELLI SCONNESSI – Un Detox Digitale


 Cari lettori,

siete tutti invitati al nostro nuovo evento:

📅 Giovedì 17 luglio, ore 18:00
📍 Casale dei Cedrati – Villa Doria Pamphilj
🎟️ Ingresso 10€ in contanti – Posti limitati! Prenotazione obbligatoria
📩 Info e iscrizioni: 3383911970 – info@viversi.it

Scrolli anche sotto l’ombrellone?

Ti ritrovi a controllare il telefono anche quando sei in vacanza, come fosse un riflesso automatico?
Allora questo evento è per te.

“Cervelli Sconnessi” è un workshop esperienziale pensato per chi sente il bisogno di rallentare, disconnettersi e ritrovare la bellezza del tempo presente.
Un momento per fare spazio nella mente, ricaricarsi davvero e riprendere contatto con sé stessi e con ciò che conta.

Cosa faremo insieme?

  • Impareremo a gestire meglio l’uso dello smartphone
  • Scopriremo strategie per ridurre il sovraccarico mentale
  • Condivideremo tecniche di digital detox e mindfulness
  • Riempiremo la nostra “valigia mentale” con esercizi ed esperienze concrete

Gli interventi in programma:

👉 “Mente libera, cuore connesso” – a cura di Io Stacco la Spina APS
Un percorso guidato da Letizia Basile, Presidente dell’Associazione, tra strumenti concreti e piccoli gesti quotidiani per migliorare il benessere digitale.
Per imparare a “staccare la spina” anche in vacanza, alleggerire la mente e vivere in modo più consapevole.

👉 “Iperconnessione: gli effetti sul nostro cervello” – a cura di ViverSi APS
Con Virginia Amici, Presidente, e la Dott.ssa Martina Ravizza, psicologa clinica della riabilitazione (IRCCS Fondazione Santa Lucia), esploreremo gli effetti dell’iperconnessione sul nostro cervello.
Un viaggio tra neuroscienze e consapevolezza, per capire cosa succede nella nostra mente quando siamo sempre online – e come ritrovare equilibrio.

Sessione speciale con il Dott. Simone Matarese
Psicologo esperto in consapevolezza e benessere digitale, ci guiderà in semplici esercizi di mindfulness e respirazione consapevole.
Un momento per fermarsi, respirare, rallentare… e tornare a sé.

Un’occasione preziosa per riconnettersi a ciò che conta davvero.

Venite con noi. Respirate. Scollegatevi. Ricaricatevi.

#CervelliSconnessi #DetoxDigitale #BenessereDigitale #MenteLibera #IoStaccoLaSpina #Mindfulness #ViverSiAPS #DigitalDetox #Consapevolezza #VitaPresente #VillaPamphilj #RomaEventi #WorkshopRoma #StaccaLaSpina #RiservaCognitiva 


venerdì 11 luglio 2025

Google sta cambiando. E non in meglio.



Cari lettori,

Negli ultimi mesi è successo qualcosa di storico, ma pochi ne stanno parlando nel modo giusto. Google – il motore di ricerca che per 20 anni ha dominato internet – sta lentamente perdendo il suo potere. E no, non si tratta solo di aggiornamenti di algoritmo o di concorrenza da altri motori. A cambiarne le sorti è un nuovo paradigma: l’intelligenza artificiale generativa.

Il dato che preoccupa: il 58% delle ricerche su Google oggi finisce senza clic

Le persone cercano, leggono la risposta in anteprima (snippet, box AI, ecc.)… e non cliccano più.
Chi ha un blog, un sito informativo, un e-commerce basato sul traffico organico, sta vedendo crollare visite e conversioni.

Google, nel tentativo di rispondere "in pagina", sta diventando autonomo dai creatori di contenuti. E le AI come ChatGPT, Perplexity o Claude fanno ancora di più: leggono per noi, sintetizzano, argomentano, decidono.

 L’AI non cerca: l’AI risponde

ChatGPT conta oggi oltre 500 milioni di utenti settimanali.
Perplexity è arrivata a 22 milioni di utenti attivi.
I motori linguistici non ti mostrano una lista di link: ti danno direttamente la risposta.

I segnali del cambiamento sono chiari:

  • Sempre più traffico organico viene intercettato dalle AI prima che arrivi sui siti.

  • Sempre meno utenti leggono l’articolo completo: si accontentano del riassunto AI.

  • Chi scrive solo per "piacere a Google" oggi è più esposto che mai.

 Sei a rischio se:

✔️ più del 40% del tuo traffico arriva da Google
✔️ i tuoi contenuti non sono strutturati per essere “utili” alle AI
✔️ non stai lavorando per costruire un brand riconoscibile (non solo ottimizzato)

 La strategia che funziona oggi:

- Scrivere per le persone e per i modelli AI
- Creare contenuti che risolvano davvero problemi
- Essere citabili, affidabili, autorevoli
- Usare strumenti AI per distribuire e potenziare i tuoi contenuti

In sintesi:

  • Google non è morto, ma è cambiato.

  • L’intelligenza artificiale non cerca, capisce e risponde.

  • Se crei contenuti, è ora di ripensare strategia e visione.
    Perché chi comunica oggi… non può più ragionare come ieri.

A presto!

mercoledì 9 luglio 2025

L’illusione dell’apprendimento automatico


 

La vera minaccia dell’intelligenza artificiale all’educazione

Cari lettori,

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale generativa è stata accolta con particolare entusiasmo dagli studenti. Indagini condotte di recente hanno mostrato che una larga percentuale di studenti delle scuole superiori e universitarie utilizza regolarmente chatbot per svolgere i compiti. L’adozione dell’IA nel contesto educativo sta avvenendo con una rapidità che non si vedeva dai tempi dell’introduzione di strumenti come la calcolatrice.

Questo fenomeno ha suscitato preoccupazioni nel mondo dell’istruzione. Il rischio non risiede semplicemente nella possibilità di copiare i compiti, ma in una minaccia più profonda: la disattivazione dei processi di apprendimento.

Per comprendere l’impatto reale dell’automazione sullo sviluppo delle competenze, è utile considerare tre scenari osservati nei processi di sostituzione del lavoro umano con quello delle macchine:

  1. L’automazione migliora le abilità esistenti.
  2. L’automazione causa un decadimento delle abilità.
  3. L’automazione impedisce lo sviluppo delle abilità stesse.

Lo scenario dipende dal livello di padronanza che una persona possiede al momento dell’introduzione della tecnologia. Se l’utente ha già acquisito un buon livello di competenza, la macchina può fungere da supporto, alleggerendo compiti ripetitivi e permettendo di concentrarsi su attività più complesse. Tuttavia, in settori dove le abilità richiedono esercizio continuo – come accade per molte attività pratiche e cognitive – l’automazione può causare una perdita di capacità.

Il terzo scenario è il più dannoso: quando l’automazione entra in gioco prima che l’abilità sia stata realmente acquisita. In questo caso, l’esperienza diretta non si sviluppa mai. È ciò che avvenne, per esempio, durante i primi stadi della meccanizzazione industriale, quando il lavoro artigianale fu sostituito da operazioni automatizzate, riducendo drasticamente le competenze richieste agli operatori.

Nel caso dell’istruzione, l’uso precoce dell’IA generativa da parte di studenti per leggere testi, sintetizzare informazioni o redigere elaborati scritti, rappresenta proprio questo scenario. Automatizzare l’apprendimento significa spesso cancellarlo.

A differenza di un mestiere manuale, l’apprendimento non è una competenza statica da raggiungere e possedere. È un processo continuo che richiede sforzo: leggere criticamente, riflettere, argomentare, scrivere. Il valore educativo di un compito non risiede tanto nel prodotto finale, ma nell’impegno cognitivo che porta a quel prodotto.

L’IA generativa consente agli studenti di produrre elaborati o risposte senza attraversare realmente quel processo. Riassunti semplificati, tesi preconfezionate, argomentazioni automatiche: il risultato può sembrare accurato, ma è vuoto di esperienza formativa. Non si tratta più di uno strumento di supporto, ma di una scorciatoia che cancella il percorso dell’apprendimento.

Il problema non si limita alla scrittura. Studi recenti indicano che anche nell’ambito matematico, l’uso continuativo dell’IA migliora i risultati apparenti, ma riduce la capacità reale di affrontare compiti in autonomia. Senza accesso alla tecnologia, gli studenti che prima sembravano migliorati mostrano prestazioni inferiori rispetto a chi non ne ha mai fatto uso.

Questa dinamica genera una contraddizione profonda: per usare efficacemente l’IA, serve una comprensione di base dell’argomento. Ma proprio questa comprensione è ciò che l’uso precoce dell’IA impedisce di sviluppare. La dequalificazione, così, non riguarda solo la materia di studio, ma anche la capacità stessa di utilizzare la tecnologia in modo critico.

Un effetto secondario, ma significativo, è l’erosione della motivazione. Alcuni studenti iniziano a percepire la dipendenza dall’IA come una condizione inevitabile, e questo genera frustrazione, senso di inadeguatezza e perdita del significato del proprio percorso educativo.

Frasi come “non riesco più a studiare senza l’aiuto dell’IA” o “so che non sto imparando nulla, ma non riesco a smettere di usarla” sono sempre più frequenti. Non si tratta più solo di cheating: è l’IA che inganna lo studente, offrendogli una parvenza di successo priva di sostanza formativa.

In conclusione, l’intelligenza artificiale può rappresentare un’opportunità solo se integrata in un processo educativo fondato sull’esperienza attiva, sulla riflessione e sul pensiero critico. Se invece viene usata per aggirare l’apprendimento, rischia di privare intere generazioni degli strumenti fondamentali per comprendere il mondo e se stessi.

A presto!

lunedì 7 luglio 2025

Configura i dispositivi per i tuoi bambini

 


Lista di controllo della sicurezza online per proteggere i bambini online

La configurazione di dispositivi per i bambini li aiuterà a ottenere il meglio dalle loro esperienze digitali. Utilizza questa checklist di sicurezza online per iniziare.

Elenco di controllo: imposta dispositivi tecnologici per bambini con impostazioni di sicurezza

La nostra lista di controllo per la sicurezza elettronica fornisce alcuni semplici suggerimenti per iniziare a proteggere i bambini online.

      INIZIA

  1. Imposta controllo dei genitori sulla tua banda larga per evitare che i tuoi figli vedano cose che non dovrebbero.
  2. Per gli smartphone, verificare che i controlli parentali siano impostati anche sulla rete mobile.

  • INSTALLA IL DISPOSITIVO IN MODO SICURO
  1. Usa le impostazioni del dispositivo in modo da poter scaricare solo app e giochi adatti all'età.
  2. Disattiva i servizi di localizzazione in modo che tuo figlio non condivida involontariamente la sua posizione con altri.
  3. Configura i dispositivi con il controllo della password o disattiva gli acquisti in-app in modo che non ti vengano addebitate fatture elevate per sbaglio.
  4. Scarica app per età appropriata che sei felice di usare per tuo figlio.

  • PARLA DI SATARE AL SICURO ONLINE
  1. Scopri cosa sono problemi chiave e come discuterne con i tuoi figli in modo che sappiano come stare al sicuro online.
  2. Se tuo figlio sta usando applicazioni di social networking controlla il loro profilo e le impostazioni sulla privacy. Assicurati che tengano per sé le informazioni personali o private.


A presto!

venerdì 4 luglio 2025

Oggi alla Camera dei Deputati.


Cari lettori,

Sono stata invitata al Convegno “Le nuove sfide dell’educazione e del lavoro nell’era dell’intelligenza artificiale”, un’occasione preziosa per portare la voce della nostra missione: promuovere consapevolezza, benessere digitale e tutela dei minori nell’epoca iperconnessa in cui viviamo.
Ho aperto un dialogo diretto con il Presidente Giuseppe Conte e l’On. Alessandro Caramiello, per proporre l’ingresso di Io Stacco la Spina nella Commissione dell’Intergruppo parlamentare “Affari Sociali e Pari Opportunità”.
Un primo passo concreto per portare avanti le nostre proposte normative e legislative, con l’obiettivo di costruire un futuro più sano, umano e digitale per tutti.
Una giornata densa di stimoli, riflessioni e interventi di grande valore.
Il nostro approccio resta chiaro: ascolto, collaborazione e apertura a 360 gradi.
Dialoghiamo con maggioranza e opposizione, con la stessa energia e determinazione, perché la salute digitale non ha colore politico — è una questione culturale e sociale che riguarda tutte e tutti.
"Continuiamo a costruire il cambiamento. Oggi, un passo in più verso il futuro."

giovedì 3 luglio 2025

Umanesimo, lavoro e intelligenza artificiale: un dialogo necessario!


Cari lettori,

Ho avuto l’onore di partecipare al 1° Simposio Pontificio sull’Intelligenza Artificiale nell’ambito dell’“Economia del Nuovo Umanesimo”. Un’occasione preziosa di confronto sull’impatto che l’IA sta avendo – e avrà sempre di più – sul mondo del lavoro, sulla dignità umana, sulla giustizia sociale e sul nostro futuro condiviso.

In un’epoca in cui l’efficienza rischia di valere più dell’empatia, sento sempre più urgente portare una riflessione etica nel cuore dell’innovazione. Non possiamo parlare di progresso senza parlare anche di responsabilità. Senza chiederci quale posto ha l’uomo in tutto questo. Che ruolo ha il lavoro. Quanto conta ancora il tempo umano, quello non quantificabile da un algoritmo.

Ho ascoltato interventi profondi, visioni divergenti, ma tutte animate da un’unica domanda: che tipo di società vogliamo costruire con l’IA? Una che potenzia l’umano o una che lo sostituisce?

Dal mio punto di vista, servono tre priorità fondamentali:

  1. Educazione critica fin dai banchi di scuola: per capire, distinguere, decidere.

  2. Governance trasparente, condivisa e vigilata, per evitare derive di potere o discriminazione algoritmica.

  3. Umanesimo digitale come fondamento, non come decorazione: serve uno sguardo che metta al centro la relazione, la cura, la dignità, anche quando tutto sembra virtuale.

È tempo di chiederci non solo cosa può fare l’IA per noi, ma anche cosa vogliamo diventare attraverso di essa.


E oggi, in questo Simposio, ho sentito che questa domanda può e deve entrare nei luoghi più alti del pensiero, della spiritualità e delle istituzioni.

Il futuro è una scelta collettiva. E per questo, io ci sono.

Guarda l'intervista: https://www.facebook.com/SharingEuropa/videos/619906413940012

A presto!

mercoledì 2 luglio 2025

La fede nell’era degli algoritmi!


 Cari lettori,

Perché l’intelligenza artificiale non può sostituire la coscienza umana – e cosa ci serve sapere (anche legalmente)

L’intelligenza artificiale (IA), in particolare quella generativa, è una delle tecnologie più rivoluzionarie e potenti del nostro tempo. Ma proprio per questo, è anche una delle più insidiose.

Negli ultimi mesi, milioni di persone nel mondo hanno interagito con modelli linguistici avanzati come se fossero entità senzienti, capaci di offrire conforto, guida o comprensione.
Alcuni parlano di “relazioni empatiche” con l’IA. Altri la consultano come se fosse un oracolo o un confessore.

Ma attenzione: si tratta di illusioni sofisticate, prodotte da algoritmi addestrati per riconoscere e generare sequenze linguistiche coerenti.

Questi modelli non comprendono realmente ciò che “dicono”.
Non c’è coscienza. Non c’è intenzione.
C’è solo statistica applicata a testi umani: saggi, romanzi, scritti filosofici e spirituali, dialoghi quotidiani.

Il rischio? La fede cieca nell’algoritmo

L’IA non è neutrale.
È addestrata, configurata e ottimizzata secondo criteri definiti da esseri umani.
E in questo schema, il rischio più grave è che – simulando il senso – la macchina sostituisca il principio di realtà.

Quando l’utente proietta nell’IA un’intelligenza o un’intenzione che non esiste, la falsificazione diventa verosimiglianza.
E la verosimiglianza diventa dominio culturale.

Le implicazioni legali (già attuali)

  • Responsabilità dei contenuti generati: chi è legalmente responsabile se un contenuto prodotto da IA diffama, disinforma o plagia?

  • Diritto d’autore: i modelli generano testi sulla base di materiale preesistente. I contenuti creati sono davvero originali?

  • Manipolazione cognitiva: cosa accade se l’IA genera contenuti emotivamente condizionanti? È solo comunicazione? O diventa persuasione occulta?

  • Dati sensibili e bias: l’interazione con i modelli linguistici può far emergere informazioni sensibili non intenzionali. Chi le conserva? Chi le analizza?

Cosa serve adesso?

Serve alfabetizzazione digitale consapevole, ma anche:

  • nuove normative sull’uso dell’IA in ambito educativo e relazionale;

  • linee guida etiche sull’attribuzione di umanità agli algoritmi;

  • strumenti legali contro l’uso ingannevole o improprio dei contenuti generati;

  • e soprattutto: formazione alla lucidità critica per adulti, educatori e minori.

L’intelligenza artificiale può essere uno strumento straordinario.
Ma non dobbiamo delegarle ciò che ci rende umani: il pensiero critico, la coscienza, il dubbio, il senso del limite.

Non possiamo permetterci di affidare la verità, l’informazione e la relazione a un calcolo.
Serve cultura. Serve vigilanza. Serve coraggio.

Perché la libertà, anche digitale, non è mai automatica.
È sempre una scelta.

Articolo a cura di Antonio Luigi Cutolo co-fondatore di #iostaccolaspina

A presto 

CERVELLI SCONNESSI – Un Detox Digitale

 Cari lettori, siete tutti invitati al nostro nuovo evento: 📅 Giovedì 17 luglio, ore 18:00 📍 Casale dei Cedrati – Villa Doria Pamphilj ...