Cari lettori,
Negli ultimi anni, un cambiamento significativo ha trasformato il modo in cui gli adolescenti della Generazione Z acquisiscono informazioni e formano le proprie opinioni. Un recente sondaggio ha rivelato che molti giovani non si fidano più degli esperti tradizionali, preferendo invece i contenuti degli influencer su TikTok. Ma perché avviene questo fenomeno? E quali sono le implicazioni?
Una questione di fiducia e vicinanza
La Generazione Z passa in media diverse ore al giorno su TikTok, una piattaforma in cui i contenuti sono brevi, diretti e altamente personalizzati grazie all'algoritmo. Gli influencer con cui interagiscono ogni giorno non sono percepiti come figure distanti o inaccessibili, ma come "amici digitali" con cui condividono interessi, linguaggi e stili di vita. Questa familiarità crea un senso di fiducia che spesso manca nei confronti delle istituzioni o degli esperti tradizionali, percepiti come freddi, distanti e a volte persino inaffidabili.
L'accessibilità batte l'autorevolezza?
Uno dei motivi principali per cui i giovani si affidano agli influencer è l'accessibilità delle informazioni. Gli esperti tradizionali spesso comunicano in modo formale, utilizzano un linguaggio tecnico e si affidano a studi e dati complessi. Al contrario, gli influencer presentano le informazioni in modo semplice, immediato e coinvolgente. Un video di 60 secondi che spiega una tesi in modo chiaro e accattivante ha un impatto più forte di un lungo articolo accademico o di un servizio giornalistico tradizionale.
L'autenticità come nuovo criterio di credibilità
Un altro fattore chiave è l'autenticità percepita. Gli influencer condividono la loro vita quotidiana, mostrando successi e fallimenti, emozioni e difficoltà. Questo li rende più umani e più vicini ai loro follower rispetto a esperti che appaiono solo in contesti istituzionali. Anche il linguaggio gioca un ruolo importante: gli influencer parlano in modo informale, utilizzano slang e meme, rendendo il loro messaggio più comprensibile e familiare.
Il pericolo della disinformazione
Se da un lato questa tendenza evidenzia un cambiamento nel modo di costruire la fiducia, dall'altro pone serie preoccupazioni sulla diffusione della disinformazione. Gli influencer non sono sempre qualificati per trattare argomenti complessi come salute, economia o scienza, e spesso diffondono opinioni personali o informazioni non verificate. Questo rischio solleva interrogativi su come educare i giovani a distinguere fonti affidabili da contenuti ingannevoli.
Quale futuro per l’autorevolezza?
Le istituzioni e gli esperti tradizionali devono trovare nuovi modi per comunicare con la Generazione Z, adottando un linguaggio più diretto e accessibile e utilizzando le stesse piattaforme in cui i giovani cercano informazioni. Solo in questo modo potranno riconquistare la fiducia e contrastare la crescente influenza di figure non sempre qualificate.
La sfida non è demonizzare gli influencer, ma integrare il loro modo di comunicare con la competenza degli esperti, creando un ponte tra autorevolezza e accessibilità. Solo così potremo garantire che le nuove generazioni abbiano accesso a informazioni corrette senza rinunciare al coinvolgimento e alla semplicità che cercano.
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