Cari lettori,
"Se non hai WhatsApp, non esisti."
Ce lo siamo
sentiti dire.
Lo abbiamo detto.
Lo abbiamo pensato.
Per molti
ragazzi, non essere in una chat equivale a non esistere.
Esclusi da un gruppo, ignorati durante una discussione, dimenticati quando si
organizza qualcosa.
Come se l’amicizia passasse solo da uno schermo. Come se la presenza si
contasse in notifiche.
Ma chi ha
deciso che serve un'app per essere visti?
Chi ha detto che un “visualizzato” vale più di uno sguardo vero?
E se provassimo, per un attimo, a invertire la rotta?
Essere connessi non significa valere di più.
Ci sono
ragazzi che ogni giorno vengono messi da parte perché scelgono di non vivere
solo online.
Perché non hanno WhatsApp.
Perché preferiscono parlare dal vivo.
Perché non seguono l’ultima challenge, ma ascoltano davvero.
Ma nessuna
app definisce chi sei.
Tu esisti
anche quando sei offline.
Vali anche senza un profilo pubblico.
Meriti rispetto anche se non hai l’emoji pronta.
Proviamo a cambiare le regole del gioco.
- Se vedi qualcuno escluso da una chat, invitalo comunque.
- Se organizzi qualcosa, non limitarlo ai messaggi sul telefono.
- Se vuoi essere parte del cambiamento, inizia da piccoli gesti veri.
Perché la
vera connessione non ha bisogno del Wi-Fi.
Ha bisogno di empatia, coraggio e rispetto.
Chi non ha WhatsApp… esiste. E forse è proprio quello
che ha capito come vivere davvero.
Spegni.
Respira. Guardati intorno.
Forse, fuori dallo schermo, c’è qualcosa che ti stava aspettando da tempo.
A presto!
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